10 gennaio 2009

Federico Giotto: la ricerca del terroir

Angelo Peretti
Considero Federico Giotto un genietto. Non dico genio, perché è giovane. Enologo. Consulente.
I "suoi" vini - e dico "suoi" fra virgolette, per dire che c'è sì ovviamente il suo intervento, ma mai invasivo, a mio vedere, ed anzi rispettoso - mi piacciono. Puliti. Armoniosi. In equilibrio.
Dà una mano a gente che comunque fa scuola, che è punto di riferimento e di discussione nei rispettivi territori. Che so: Corte Sant'Alda nella Valpolicella dell'est, Villa Monteleone nella Valpolicella classica, Le Vigne di San Pietro sulle colline moreniche del Garda, Le Fraghe in terra di Bardolino settentrionale, Firmino Miotto nella zona di Breganze, le Sorelle Bronca nel Coneglianese, Ilaria Ferrucci, succeduta a papà Stefano, in Romagna, ed altri ancora.
Guarda avanti, Federico. Quasi da visionario. Ma ha i piedi per terra. Nella terra. Perché è alla terra che guarda in realtà per orientarsi nel far (nell'aiutare a far) vino. E alla gente. Terra e gente. E vigna. Terra, gente, vigna: terroir. Ecco: quelli che aiuta a far nascere son propriamente vini di terroir. Che hanno un'anima. E per questo mi piacciono.
Per chi non lo conoscesse, pubblico qui sotto un link ad un suo video che ho scovato sul web. Certo, è un filmato pubblicitario della sua società di consulenza, la Giottoconsulting. Ma lui è proprio quello lì, come parla nel video. E dice cose che sembrano semplici, elementari. Ma che tali non sono. Buona visione.

1 commento:

  1. Ho conosciuto Federico grazie ad un amico comune di Refrontolo. Ed è proprio così, semplice e complesso, con una voglia di conoscere, soprattutto il territorio in cui lavora.
    Assaggiare il Particella 69 di Sorelle Bronca per crederlo.
    Ciao,
    max

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