5 luglio 2009

Che splendido bere che ho trovato in Franciacorta

Angelo Peretti
Questa è la cronaca, o sedicente tale, d'un incontro che qualche mese fa avrei detto impossibile. Primo: perché la controparte è persona con la quale ci siamo mandati reciprocamente a quel paese per mesi. Secondo: perché il tale mi ha provocato dicendomi che io, champagnista convinto, avrei potuto trovare in Franciacorta delle bolle da spettino.
Il tale è Giovanni Arcari, wine talent scout - la definizione è di Franco Ziliani - che bazzica ormai da bel tempo per cantine a cercar l'essenza del vino. Che ha idee sue sulla materia enoica (e questo è un pregio). Che ha un caratterino di carta vetrata (ma anch'io, del resto). E che adesso è diventato anche wine blogger col suo TerraUomoCielo, titolazione che riprende quella d'un progetto che lo vede impegnato ad allevare giovani talentuosi vigneron bresciani.
Ordunque, partito alla volta della Franciacorta, mi son preparato al match, ed è stato match durissimo, talché, seduti a tavola attorno all'una, ci siamo alzati verso le otto di sera. E - volete che vi dica? - ne sono uscito sconfitto: vero, ho trovato gran belle bolle franciacortine, e dunque mi sa che da quelle parti cercherò di tornare più spesso. E bravo Arcari.
Una, in particolare, di quelle bolle, starà scritta a lungo nell'album della memoria: un Franciacorta Rosé Camossi, sboccato addirittura nell'ottobre del 2007. Pinot nero all'ottanta per cento, ammorbidito con un taglio di chardonnay, zucchero bassissimo. Sintesi scritta sulla mia Moleskine: "wow!", e credo non serva altro, per il mio ricordo. Per chi non ha avuto la stessa mia fortuna, dirò che vi ho trovato naso fascinoso, elegantissimo: fruttini tanti e rose in fiore, tante anch'esse, e poi albicocca e pesca perfino e addirittura vaghe tracce officinali. Pazzesco. E poi bocca polposa, robusta da vin rosso, pinoteggiante in toto con quella fragolina così persistente. Uno dei più bei vini con le bollicine che mi sia ritrovato nel bicchiere negli ultimi tempi.
Buono anche il resto che ci siamo scolati.
Prima il Franciacorta Brut, base di casa Camossi, appena 7 grammi di zucchero, eppure morbidamente avvolgente nella carbonica benissimo gestita. Piacevole aperitivo.
Poi il Franciacorta Dosaggio Zero di Colline della Stella, casa che i vini li fa solo non dosati, e ci vuol coraggio mica da poco a far scelte così estreme. Ed estrema è anche - per la Franciacorta - la loro vigna, su terrazze a trecencinquanta metri d'altitudine (vedasi foto). La base mai ha visto legno. Ed è vino che ha carattere e personalità, ed è salato e sapido e tagliente e affilato, e ancora è quasi crudo, alla faccia della sboccatura ormai remota, datandosi ai primi di febbraio del 2008, e dunque promette ancora gran bell'evoluzione. Da mettere in cantina a botta sicura.

9 commenti:

  1. al Festival della Franciacorta 2008, i vini di Andrea Arici-Colline della Stella sono stati quelli che più mi hanno colpito, estremi, ma col loro perchè....
    Max Pigiamino

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  2. Grazie della testimonianza, Max: vuol dire che non ero proprio del tutto sbronzo...

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  3. Non ti nascondo che "caratterino di carta vetrata" mi lusinga molto! La prossima volta bottiglie in punta, per dare scacco matto alle tue ultime "manie" champagniste. Anzi, porta anche qualche tuo lettore altrettanto "francesizzato", perchè a quel punto un testimone sarà necessario.

    Giovanni Arcari

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  4. Va bene: sfida accettata. A proposito: se ci sono Champagne addicted fra i miei quattro lettori che vogliono offrirsi come giudici-cavia, si facciano avanti.

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  5. Se è per tastare le bottiglie di Giovanni... Mi faccio avanti e mi prenoto con piacere. E sul Franciacorta -per il quale non stravedo - mi pare che forse poteri cambiare idea...

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  6. Maria Grazia prenotata. Avanti gli altri.

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  7. Mi vanto di avere solo bollicine italiane in cantina....
    Ovviamente sono fuorigioco, a se avanza un buchetto....
    Max Pigiamino Perbellini

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  8. Avrei pensato all'ultimo sabato di settembre oppure il primo di ottobre. Pranzo "volante" in cantina, ovvero grigliatina di carne e verdure e solo bottiglie in punta di entrambe le aziende. Massimo sei persone oltre a qualcuno che inviterò personalmente.
    Che ne dite?
    Scrivetemi oppure (permettimelo) mettetevi d'accordo con Angelo.

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