Angelo Peretti
Ho incontrato Emidio Pepe due volte. Tutt’e due al Vinitaly. Due anni fa per una degustazione di Montepulciano d’Abruzzo. Quest’anno per raccoglierne alcune parole destinate ad un libro. E sempre mi ha colpito la sua vivacità quasi di ragazzino. Gli anni sono avanti, ma quella luce negli occhi ti resta impressa.
Ti restano anche nella testa i suoi vini. Unici. Rustici. Personalissimi. Autentici. Raccontano la terra teramana, il microclima di Torano Nuovo, i suoi suoli tra il calcare e l’argilla.
All’ultimo Vinitaly mi ha spiegato tante cose mentre si sbocconcellavano un paio di piatti. Mi ha narrato della vigna e del vino.
La vigna. Lui alleva a tendone. E non gli piace invece “la” filare, al femminile. “Il tendone – m’ha detto – dà più equilibrio. È come un pannello solare: dà più forza all’uva, che viene più vellutata. Anche la filare potrebbe funzionare come un pannello solare, ma è messa in verticale anziché in orizzontale: prende poco sole! Ci sta forse qualcuno che mette i pannelli solari in verticale? No. Se lo mettesse, direbbero che quello è matto”.
La cantina. Lui fa pigiare coi piedi le uve del trebbiano e diraspare a mano quelle del montepulciano. M’ha raccontato: “Non uso la diraspatrice. Si mettono cinque persone e ogni otto ore di lavoro fanno cinque quintali di uva, a mano. Diraspano a mano, mettendo l’uva su una rete. I raspi restano sopra e vengono buttati e così pure i chicchi verdi. Gli acini maturi invece scendono sotto, solo parzialmente schiacciati. Il tannino cattivo se ne va e così il vino viene più morbido. Gli acini vanno direttamente nella vasca di cemento a fermentare. La fermentazione avviene senza follatura. Quando il mosto fermenta, la buccia è tutta bagnata. Anche facendo la follatura fai qualcosa che non va bene. Le pompe fanno morire gli esseri viventi che stanno lavorando nel mosto. Se usi le pompe, schiacci troppo e fai un gusto cattivo nel vino. Quello sta fermentando, non puoi andare a fare movimento. Lo danneggi. Quello lo devi lasciare stare”.
Un uomo modernamente antico. Come i suoi vini. Che non cercano il consenso a ogni costo. Che hanno personalità fin che ne vuoi. Prendere o lasciare: son così. E durano incredibilmente nel tempo.
Tra i simboli d'Abruzzo.
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