Angelo Peretti
Ecco, chi ama i vini bianchi di carattere non può non conoscere il Pietramarina di Benanti. Bianco siciliano, di vulcano, dell'Etna. Longevo.
Viene da vigne più che ottantenni di solo carricante, in parte franco di piede, coltivate ad alberello sul versante est del vulcano, a 950 metri d'altitudine, in contrada Caselle, comune di Milo, la sola area dove l'Etna Bianco può dirsi, in etichetta, Superiore. Ci son 9mila ceppi per ettaro, rese sui 70 quintali.
Di solito è bianco che si concede con lentezza: ci vogliono anni di bottiglia prima che il frutto e il minerale s'amalgamino e reciprocamente s'aiutino a farsi avanti. E l'esperienza l'ho fatta su più annate: lo provi appena uscito di cantina ed è chiuso ed ostico, ma se lo lasci - lo dimentichi - qualche anno, eccolo esplodere in polpa e potenza e personalità.
Ora, ecco che mi son ritrovato ad aver nel bicchiere l'annata appena uscita, il 2006, e mi son trovato gli equilibri sovvertiti, le certezze discusse. Ché quest'è gran vino già da adesso ch'è ancora giovinetto, da subito stappabile e bevibile, e chissà dunque cosa ne uscirà col passare degli anni. Elegante, minerale, fruttato, nervoso, tannico, iodato, lunghissimo. Un fuoriclasse.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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