16 settembre 2009

Soave Classico Superiore Vigneto Calvarino 1998 Leonildo Pieropan

Mario Plazio
Ancora un bianco che sfida il tempo. Il Calvarino è da molti anni in Italia un simbolo dei vini di terroir. Quelli che non hanno bisogno di legno o concentrazioni estreme per parlare chiaro e forte la lingua del vigneto e del suolo da cui provengono.
La caparbietà e la sobrietà di “Nino” Pieropan si riflettono chirurgicamente in questo vino, sinonimo di eleganza e purezza.
Ad oltre dieci anni dalla vendemmia il '98 non accusa l’età, ma anzi è stato capace di evolvere in bottiglia come poche volte mi era capitato.
Appena aperto è sembrato caldo e speziato, prezioso nei sentori di pietrosi e floreali. Il lato caldo è rivelato dalla vaniglia (ricordo che il vino non fa legno) e dall’ananas.
In bocca è avvolgente, morbido e floreale, abbastanza polposo e leggermente bloccato nel finale.
Dopo un paio di giorni dall’apertura il vino sembra prendere nuovo slancio, la mineralità è più netta, la beva si fa più snella ed elegante conferendo quella continuità che non avevo trovato nei giorni precedenti.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

2 commenti:

  1. Bravo Nino e bravo Mario che vai a cercare e ci comunichi questi rari valori che dovrebbero diventare di proprietà comune per i produttori veronesi.
    Viene proprio la voglia di trovare una bottiglia per aprirla con quelle persone, che dovrebbero essere professionisti del vino, che stanno già chiedendo quando uscirà l'annata 2009.
    Il tempo è galantuomo, anche per il vino. :-)

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  2. Già, Carlo, è così. Ricordo con piacere certe vecchie bottiglie stappate da te. Il tempo è galantuomo, ne sono certo. O quanto meno m'illudo che sia così, per gli uomini.

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