Angelo Peretti
Leggo su WineNews che il “segreto” dello Champagne si nasconderebbe nelle bollicine che “scoppiettano” sulla superficie, liberando “ammalianti” composti aromatici. Lo avrebbe stabilito uno studio francese, pubblicato su una rivista scientifica americana, quella dell’Accademia americana delle Scienze Pnas, ad opera Gerard Liger-Belair, del dipartimento di enologia e chimica applicata della facoltà di scienze di Reims. Attraverso una cosa che non capisco, ossia la "spettrometria di massa ad altissima risoluzione", si sarebbe accrtato che le bollicine della Champagne sono cariche di composti aromatici o di molecole precursori di altre molecole aromatiche, che poi, subendo alcune modifiche chimiche, sprigionano aromi irresistibili.
Oh, oh: adesso capisco perché lo Champagne sì e gli altri spumanti no: loro, i francesi, hanno le super-bollicine con le molecole che precorrono altre molecole. E io che pensavo che fossero semplicemente molto, molto bravi a fare il vino.
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