18 settembre 2009

Meglio drogarsi che bere due bicchieri di vino?

Angelo Peretti
Stavolta è un bocconcino amaro. Premesso che provo dolore per chi muore sulla strada ucciso dall'altrui incoscienza. E che è anzi dolore straziante se si tratta di giovani vite e per di più innocenti. Premesso questo, dico anche che provo disgusto per certe titolazioni giornalistiche che sanno di caccia alle streghe. E spargono quel senso di proibizionismo che sta mettendo in ginocchio un duplice comparto: la produzione vinicola da un lato, e la ristorazione, soprattutto quella di qualità, dall'altra (e dico soprattutto quella di qualità, perché lì si concentra in particolare la presenza di bevitori consapevoli).
Titolava qualche giorno fa un noto quotidiano nazionale: "Ragazza uccisa da un ubriaco". E dunque la colpa è dell'alcol. Più sotto: "Travolta 23enne: l'autista positivo ad alcol e droga". Ma guarda te: alcol e droga. Come accade quasi sempre, direi. Ma oggi "fa moda" dire che l'autista era ubriaco, mica che era drogato. Non si scrive: "Ragazza uccisa da un drogato", non fa più tendenza.
Così se vai al ristorante, ceni con gli amici e bevi due bicchieri di vino sei un criminale. Se ti fai di coca, magari sei trendy.
La verità, tristissima, è che quella ragazza è morta per l'altrui incoscienza. E che per gli incoscienti non c'è limite di legge che tenga. Sulla strada, nella vita. A volte anche nelle redazioni.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo, Angelo, come non esserlo?
    Credo però che si debba iniziare a distinguere, tra il consumo consapevole e moderato del vino e il resto: lo sballo con i superalcolici, l'etilismo vero e proprio, il consumo di stupefacenti che spesso con i superalcolici vanno a braccetto..
    Ma per far ciò occorre non soltanto dire che chi beve due bicchieri di vino a pasto non è un criminale, ma compiere precise azioni. Provo a spiegarlo qui:
    http://undiwine.typepad.com/soavemente/2009/09/wine-in-moderation-considerare-il-limite-alla-rovescia.html
    Se è deleterio il clima proibzionistico da caccia alle streghe, altrettanto lo sarebbe l'anti-proibizionismo tout court. Occorrono i distinguo e favorire comportamenti conseguenti, tra i quali il riconoscimento della propria tolleranza individuale. I primi da educare andrebbro cercati proprio nelle redazioni dei giornali.
    Un saluto.

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  2. Concordo anch'io con Angelo,detto questo però non credo che demonizzare i giornalisti porti tanto lontano. E'vero che molti giornali confezionano titoli sensazionalistici, però è altrettanto vero che siamo uno dei pochi Paesi dove i controlli sono ridotti al lumicino, dove essere ubriachi fradici non è reato, ma se ti fumi una canna rischi che ti mettano la foto sul giornale. Insomma i giornalisti devono iniziare a fare la loro parte, ma anche i politici, le forze dell'ordine e gli educatori, perchè se è vero che la stragrande maggioranza dei giovani che muore in incidenti ha bevuto superalcolici o assunto droga, tra gli adulti il fenomeno dell'alcolismo, divenuto una piaga sociale è legato principalmente ad una assunzione smodata di vino.
    Tutti insomma dobbiamo fare la nostra parte.
    Alberto Tonello

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