13 gennaio 2012

Ah, il Pineau des Charentes!

Angelo Peretti
Allora, diciamo che i francesi hanno almeno due cose che gli invidio, in fatto di vini. La prima è lo Champagne, e questo è abbastanza ovvio. L'altra sono i vini fortificati. Come il Rivesaltes, nella zona dei Pirenei orientali, e ho ancora qualche bottiglietta del meraviglioso '99 di Michel Chapoutier. E poi il Pineau des Charentes, fatto col mosto e col Cognac, che blocca la fermentazione. Lo fanno nella regione del Poitou-Charentes, nell'arrondissement di Cognac, Francia centro-occidentale. È un'appellation controlée, una doc diremmo noi.
Chiaro, gli invidio anche ben altro (per dire, i Bordeaux vecchi, gli elegantissimi Pinot Noir della Borgogna, il Sauvignon Blanc della Loira e tant'altro), ma diciamo che queste sono due cose straordinarie davvero. L'una famosissima, le bolle champagniste, l'altra ben poco nota dalle nostre parti, i fortificati.
Al primo Mercato dei Vini dei Vignaioli indipendenti, a Piacenza, c'era anche un piccolo manipolo di vigneron francesi. Tra di loro, uno veniva da Châteauneuf-sur-Charente. Era Gérard Simonnot, il presidente della Fédération des Vignerons indépendants des Charentes, che raggruppa ben settantacinque vignaioli di Charente e di Charente-Maritime. E aveva lì ovviamente i suoi vini e i suoi Cognac. Me ne sono comprato un paio, il bianco e il rosé, e ora li ho bevuti e sono spettacolari. Chi ama i vini dolci lo sappia.
Ecco, la questione dei vini dolci è complicata. Spesso sono stucchevoli. Per compensare lo zucchero ci vuole l'acidità. O l'alcol. Qui c'è l'alcol (sui diciotto, diciotto e mezzo) e c'è anche fascinoso equilibrio.
Non so se Simonnot sia importato in Italia. Forse sì. Se vi capita, prendete i suoi Pineau. E sono buonissimi anche i Cognac.
E pensare che stavo per andarmene senza essermi fermato al suo tavolo...
Pineau des Charentes Blanc Gérard Simonnot
Colore giallo intriso di sfumature dorate. Albicocca disidratata, fiori essiccati, ananas candito. Dolcezza invitante, densa di spezia dolce.
Due lieti faccini :-) :-)
Pineau des Charentes Rosé Gérard Simonnot
Colore ambrato più che rosato. E poi ciliegie sotto spirito, liquore di prugna, prugne sotto Cognac, mandorla, spezia da dolcetti natalizi tedeschi. Una complessità che ti lascia appagato, e riesci a bere il secondo e il terzo bicchierino, ed è giocoso e gioioso compagno della conversazione. Dolcezza e alcol in perfetto equilibrio. Buonissimo.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

2 commenti:

  1. Anch'io amo il pineau des charentes, che tra l'altro è molto economico (sui 10 euro la bottiglia da litro, mediamente), ricordo a bordeaux una simpatica vecchietta che vende, nel mercato domenicale "sur les quais", i suoi patè, il cognac, e il pineau appunto, rosso e bianco.
    E cosa dire del Macvin? È ancora meno a rischio di stucchevolezza del pineau!
    Di Rivesaltes ne ho una bottiglia del 1998 in cantina da 4-5 anni... Acquistata nel 2007, sempre i soliti 10 eurini! Prima o poi dovrò aprirla.
    Piccola nota "tecnica": il rivesaltes è un "vin doux naturel" mentre il pineau non lo è, anche se il concetto (uccidere i lieviti con l'alcol) è il medesimo.

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  2. Grazie Andrea. Sui prezzi sei un po' ottimista, perché quelle sono le quotazioni dei prodotti da supermercato, ma non siamo molto più alti di quanto che dici. Diciamo che per bere molto, molto bene basta un 50% in più: 15 euro per la 0,75 a Charentes e per la mezzina a Rivesaltes è una cifra che consente di comprare cose notevolissime. Il Macvin è poi un'altra meraviglia.

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