Mauro Pasquali
Vi sono tre piante che caratterizzano più di altre l’areale mediterraneo: la vite, il leccio e l’ulivo e tutt’e tre crescono in zone a clima temperato caratterizzate da inverni miti. La vite, in verità, si è molto ben adattata anche in climi rigidi, mentre le altre due specie, forse più delicate, forse meno adattabili, non hanno goduto della stessa possibilità. Parrà quindi molto strano trovare dei lecci a Osoppo, una trentina di chilometri a nord di Udine, ben al di fuori di quello che abitualmente è considerato un “ambiente mediterraneo”. Eppure quei lecci che troviamo sul Colle di Osoppo non sono l’unica testimonianza di mediterraneità del Friuli: nella stessa Osoppo ma anche poco più a sud, a Buttrio e Cividale del Friuli o a est, a Nimis, non è infrequente imbattersi in oliveti coltivati, testimonianza di una produzione di olio d’oliva, altra caratteristica del mondo mediterraneo, non legata al semplice consumo familiare.
In Friuli Venezia Giulia si dice olio extravergine d’oliva e subito si pensa al Carso, al golfo di Trieste. Eppure anche là, sulle colline a ridosso di Udine cominciano a farsi strada alcuni piccoli produttori di qualità. Oddio, i numeri non sono sicuramente quelli delle grandi estensioni delle regioni centrali e meridionali d’Italia ma, se la qualità non si misura a quintali d’olio bensì in base al risultato ottenuto, con un occhio o forse anche tutt’e due alla integrità e salvaguardia del territorio, ecco: gli oli di queste zone che ho potuto assaggiare recentemente, nulla hanno da invidiare ad altri e ben più famosi prodotti “mediterranei”.
Cinque oli rappresentativi di tre delle quattro province della regione. Uno di questi può fregiarsi della dop Tergeste, che caratterizza la produzione di alcuni comuni della provincia di Trieste e impone l’uso per almeno il 20% della cultivar bianchera, specie locale diffusa anche in tutta l’Istria. Tutti, dop o meno, sono caratterizzati, pur in un’annata non felice come il 2010 per la produzione di olio d’oliva, da un buon risultato qualitativo.
Olio extravergine di oliva - Castelvecchio - Sagrado (Gorizia)
Profumi delicati di frutto e ortaggi freschi, con vaghi ricordi di nocciola. Bocca inizialmente dolce con amaro e piccante sullo sfondo. Finale di oliva e mandorla mature. L’olio che, forse, più ha scontato l’annata infelice e la raccolta in parte tardiva.
Un faccino :-)
Olio extravergine d’oliva - Fior Rosso - San Dorligo della Valle (Trieste)
Grande pulizia al naso con sentori di ebra fresca, foglia di pomodoro, mela verde. In bocca gioca fra dolcezza e amarezza con prevalenza di quest’ultima, mentre la piccantezza rimane sullo sfondo. Finale gradevole e pulito con richiami alla noce.
Un faccino, quasi due :-)
Olio extravergine di oliva - Venturini Remo - Osoppo (Udine)
Olio fruttato medio con sentori di cardo, foglia di pomodoro e vaghi accenni di mandorla verde. In bocca equilibrio fra dolcezza, amarezza e piccantezza, con leggera prevalenza di quest’ultima. Nel finale bel ritorno della mandorla verde con finale pulito.
Un faccino :-)
Olio extravergine d’oliva - Petrossi - Nimis (Udine)
Due giovani ragazzi per un buon olio ma che, soprattutto, fanno ben sperare per il futuro dell’olivicultura in Friuli. La bianchera è evidente ma rimane quasi inespressa causa la giovinezza delle piante. Un olio equilibrato, con piacevoli sentori di cardo, foglia d’oliva. Finale molto gradevole e lungo.
Un faccino, quasi due :-)
Tergeste dop Lenardon - Lenardon - Muggia (Trieste)
Naso fruttato intenso (la bianchera in purezza è evidente) con ricordi di forglia di pomodoro e mela. Entrata potente con una bella amarezza che subito si fa notare e con la piccantezza che emerge graduale ma decisa. Note di carciofo, foglia di pomodoro per un finale di noce e nocciola straordinario. Un grande olio con un retrogusto che lo fa ricordare anche a distanza di molto tempo.
Due faccini, quasi tre :-) :-)
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