Più gridavo, più battevo i pugni sul tavolo, e più lui beveva; e più beveva, più le lacrime gli sgorgavano dagli occhi. Cacciò di tasca un fazzoletto a pallini, si soffiò il naso e ingollò un altro poco di vino. Faceva pietà: distrutto, imbarazzante, rivoltante, spudorato, stupido, rozzo, disgustoso e sbronzo, il peggior padre che un uomo potesse avere, così abominevole che sputai la birra nella sputacchiera e mi alzai per andarmene.
John Fante, "La confraternita dell'uva", Einaudi 2004
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