Mario Plazio
Non ho ancora capito se il Tai Rosso (all’epoca si poteva ancora chiamarlo Tocai) è “il vino” dei Colli Berici. Certo rappresenta una opportunità da esplorare. Appunto, una opportunità. Non ancora una realtà diffusa. Si è infatti tentato di passare da anonimi rosatelli da trattoria a vini di concentrazione mostruosa, neri come la pece e dopati da dosi di legno del tutto inutili. Forse, come spesso accade, la verità è nel mezzo.
Va apprezzato comunque lo sforzo di ricerca fin qui profuso, sperando che molti altri produttori si inseriscano in questo filone apportando nuova linfa e un vitale spirito di concorrenza.
Tra i primi a credere nel progetto Tai Rosso va annoverato Dal Maso, che qui propone una versione, la 2005, dai toni muscolari. È un vino per palati robusti, dentro c’è tanto di tutto, legno, materia, confettura, alcol. Manca invece l’eleganza e la bevibilità, che speriamo arrivino dalle versioni successive.
Un faccino e mezzo :-)
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