Angelo Peretti
Giovedì 7 aprile a Verona si apre la quarantacinquesima edizione del Vinitaly. E come ogni anno ci sarà chi dice che non si può mancare e chi afferma che non ci va neanche morto e chi sostiene che è un caos e chi assicura che se non ci vai non sei nel business, e via discorrendo. D'altro canto, non fa parlar di sé solo chi non conta, e se invece Vinitaly fa tanto parlar di sé è perché, evidentemente, conta.
Il problema, semmai, è che anche quest'anno il Vinitaly apre di giovedì.
E dunque avremo il solito tran tran, con gli affari che (se si fanno) si fanno dal giovedì al sabato mattina, e poi il sabato pomeriggio e la domenica c'è l'assalto della folla (ma non è una fiera solo per addetti ai lavori?) e il lunedì trionfa solo la stanchezza.Un anno fa la situazione la descrivevo così: "L'attuale formula funziona, ma scricchiola. Per più ordini di motivi. Il primo: la stampa e i buyer internazionali sono a Vinitaly dal giovedì al sabato. Poi rientrano, anche per questioni di voli (la domenica è più complicato). Poi: il sabato la fiera resta in balìa di troppi visitatori che col business e con la passione del vino non c'entrano niente (dice niente il numero degli sbronzi in giro per i padiglioni la sera?). La domenica è un bagno di folla, il che è positivo in termini di fidelizzazione del consumatore finale, ma non consente di fare affari: costo puro per i produttori (che tra l'altro la domenica, dopo tre giorni di fiera, sono già 'cotti'). Il lunedì è il giorno della stanchezza e dell'oblio, mentre dovrebbe essere la giornata dei ristoratori, che invece - con buona ragione, essendo gli espositori in smobilitazione - disertano".
E facevo una proposta: "Mettiamo invece il caso che si apra la domenica per chiudere il mercoledì. Il sabato potrebbero agevolmente arrivare gli operatori esteri e per loro - così come per la stampa di settore - si potrebbero allestire serate promozionali in città e nelle province vicine: un'occasione di business extra fiera in più. Per gli arrivi a Verona, il sabato ci sarebbe l'opportunità di sfruttare voli low cost, minor affollamento sui treni e autostrade meno trafficate. La domenica - con gli espositori ancora 'freschissimi' - ci sarebbe il consueto bagno di gente, ma senza i caciaroni-ubriaconi del sabato. La domenica costituirebbe poi un'occasione d'oro per i media generalisti, che troverebbero pane per la loro smania di folla e di gossip, con corrispondente visibilità della fiera. Dal lunedì al mercoledì si farebbe effettivamente business, oltretutto con la ristorazione che potrebbe 'riappropriarsi' della fiera".
Simili proposte arrivarono da qualche consorzio di tutela. Poi non ne ho più saputo nulla. Che sia il caso di rilanciare?
Rilancia, rilancia! Io sarei d'accordo. Tra l'altro, non ci hanno mai spiegato perché si ostinano a iniziarla proprio il giovedì. Mi permetto solo una correzione: Vinitaly non è una fiera "solo" per operatori, non lo è mai stata. Questo è un fraintendimento che si trascina da anni. In realtà, come bene mi spiegò un giorno l'allora presidente Luigi Castelletti, è sempre stata una fiera "mista": un po' per il pubblico, un po' per gli operatori. Certo che se il primo fosse disciplinato, moderato e consapevole, staremmo tutti meglio. Io già vedo i giorni di sabato e domenica come un incubo.
RispondiEliminaGrazie Signor Peretti per aver rilanciato questa proposta.Spero che qualcuno ci senta.Non facciano come sempre orecchie da mercante.Capisco il business ma sarebbe bello visitarla con un po più di tranquillità Grazie Roberto
RispondiElimina@Lizzy. Il sito del Vinitaly indicherebbe le categorie ammesse, e il pubblico generico non figura, esattamente come i cani (esclusi quelli per i ciechi)
RispondiElimina@Roberto. Credo che le condizioni stiano maturando: occorrerebbe che in tanti scrivessero a VeronaFiere
io credo che il giovedì invece sia proprio la giusta data di inizio che permette agli operatori del settore di visitarla il giovedi e il venerdì e al pubblico di andare nel weeek end quando è libero dai quotidiani impegni lavorativi.
RispondiEliminaSo che Zonin e altri importanti produttori chiedono da anni alla fiera di spostare i giorni e soprattutto di fare Vinitaly ogni due anni, alternativi a Vinexpo.
RispondiEliminaLa fiera però non ci sente.
Infatti Vinexpo parte di domenica, dove il massimo della sfiga è che ti vengano a visitare allo stand colleghi (produttori) o studenti di enologia. Per il resto solo operatori.
E i costi di Vinexpo (almeno nel 2007 quando frequentai) erano inferiori di Vinitaly.
@Stefano. Il Vinitaly biennale non lo vedo, sul resto concordo.
RispondiElimina@Produzione vino. Il problema è proprio quello che lei indica come un vantaggio: il pubblico. Una fiera non è fatta per il pubblico, ma per gli operatori. O almeno così dovrebbe essere.
L’ingresso alla Manifestazione è a pagamento e riservato agli Operatori.
RispondiEliminaquesto dice l'Art. 2 dell'Ente Fiera Verona, unico documento ufficiale.
Esatto, Gianpaolo, questo dice il regolamento. Ma in Italia i regolamenti...
RispondiEliminacomunque sono d'accordo con te, e poi tre giorni di fiera sono sufficenti per tutte le fiere di tutti i prodotti del mondo, perche' noi 5?
RispondiEliminaSono d'accordissimo! E' da una vita che spero cambino questi benedetti giorni! Sono un agente di commercio e vivo in Molise, (parecchi km più a sud!) e per questo motivo non riesco a portare quasi nessuno dei miei clienti al Vinitaly proprio perché la stragrande maggioranza dei ristoratori ha la chiusura settimanale di lunedì. Seppure qualcuno volesse sacrificarsi e partire la domenica, arriverebbe in fiera il lunedì mattina, quando molti stanno già sbaraccando.
RispondiEliminaDiverso sarebbe se la fiera iniziasse sabato o domenica. Il lunedì sarebbe un giorno da vivere appieno, per i produttori e sopratutto per i ristoratori....
Antonella
@Amtonella. Scrivilo alla direzione di Vinitaly: il dibattito è aperto e aspettano indicazioni dagli utenti, credimi.
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