9 marzo 2011

Pensiero cattivo: ma le sappiamo davvero leggere le annate?

Angelo Peretti
Mi viene un pensiero cattivo, e cioè che molti di noi che scriviamo di vino in Italia abbiamo un difetto: non sappiamo leggere le annate. Non ci siamo allenati. Oppure ce ne dimentichiamo. O non siamo sufficientemente informati, e neppure veniamo informati, perché - si sa - ogni annata qui da noi è l'annata del secolo.
Lo dico rileggendo alcuni report delle anteprime delle varie denominazioni in questi ultimi anni: sono andato a riguardarmene un po' così, per sfizio, per cavarmi una curiosità.
Emergono spesse volte i vini perfettini. E l'imperfezione dell'annata, invece, dove sta? Non è che alla fine, a forza di cercar la perfezione, si finisce per "premiare" soprattutto la mano enologica, il lavoro di cantina? E il tempo, il clima, il sole, la pioggia?
Pensiero cattivo, sì, che mi mette in crisi.

2 commenti:

  1. Mah Angelo, siamo sicuri che i millesimi che beviamo abbiano all'interno tutto vino di quell'annata?
    La legge permette di scrivere in ettichetta l'annata e usare solo l'80% di vino prodotto nella stessa.

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  2. Vero, Stefano, vero. E poi stiamo qua a farci tante pippe coi vini naturali.

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