Angelo Peretti
Cinquant'anni fa, sul finire dell'ottobre del 1961, moriva Luigi Einaudi, uno degli uomini che hanno fatto l'Italia. Il suo pensiero, il pensiero liberale, resta di straordinaria attualità, oggi che quest'Italia pare tristemente tornata nave sanza nocchiere in gran tempesta. Ne ha tracciato uno splendido ritratto Salvatore Carrubba sulla Domenica del Sole 24 Ore, e invito a leggerlo.Ricorda tra l'altro Carrubba la battaglia che Einaudi ingaggiò contro il valore legale del titolo di studio. "Quei pezzi di carta che si chiamano diplomi di laurea, certificati di licenza - scriveva il presidente - valgono meno della carta su cui sono scritti". Se ne trae infatti l'illusione che "il pezzo di carta dia diritto a qualcosa", mentre è in verità il sapere concretamente conseguito grazie alla qualità dell'istruzione ad essere riconosciuto dal mercato ed a garantire l'affermazione personale.
Einaudi era anche produttore di vino, e proprio al vino penso rileggendo quelle parole sugli attestati che valgono meno della carta su cui sono stampati. Penso ai tre bicchieri, ai cinque grappoli, alle corone e a tutti i premi delle guide. Valgono davvero? Oh, sì, avere i tre bicchieri valeva tantissimo in passato e probabilmente per chi esporta è titolo che crea ancora valore. Ma è valore contingente, illusorio, se non vi è continuità qualitativa concreta. Valore che aiuta a generare denaro nel breve periodo, ma non offre prospettive durevoli, se poggia sull'effimero, sulla moda, sul momento. Credopossa essere un esercizio interessante prendere in mano le vecchie edizioni della guida del Gambero e rileggere l'elenco dei vini tribicchierati. Ce n'è qualcuno di cui è scomparso anche il ricordo, ce ne sono altri che non penseremmo più come oggetto d'elogio. Ce ne sono poi che hanno varcato gli anni con sicurezza, e ancora lo faranno, a prescindere dalle guide e dai premi.
Oh, sì, il diploma lo si può assegnare. L'errore è illudersi che sia quello il valore che dura nel tempo.
da produttore,questo mi mancava di te
RispondiEliminalo scrivere di vino lasciando sempre il messaggio aperto ad una riflessione personale
e mi piace
grazie, Ambra