24 novembre 2011

Piccinin, è nata una stella

Angelo Peretti
Non ho il piacere di conoscere personalmente, per ora, Daniele Piccinin, proprietario viticoltore come scrive lui (piccolo, cinque ettari, suppergiù diecimila bottiglie in tutto) in San Giovanni Ilarione, nell'est veronese, e seguace di Angiolino Maule, con tanto di dedica al maestro sulle controetichette dei vini. Non ho il piacere di conoscerlo, ma chi lo conosce me ne parla un gran bene. E siccome è seguace di Maule, è ovvio che conduca le vigne in biodinamica. Non ho il piacere di conoscerlo, dicevo, ma posso dire una cosa: è bravo, accidenti se è bravo. Sissignori, è nata una stella, credetemi.
Leggo che è giovane, un trentenne, e che prima di darsi alla vita del vigneron ha gestito un ristorante. Chi è stato a vedere la vigna mi dice che è protetta dal bosco, e che lui la biodinamica l'ha abbracciata come una scelta di vita, mica per una strategia di business. Leggo e sento questo, ma in fondo non me n'importa più di tanto di leggere e sentire 'ste cose, perché io mi fido solo dei vini e se mi piacciono mi piacciono e sennò niente. Ma dopo che ho tastato i vini, ebbene sì, sono convinto, e su questo nome mi ci gioco quella poca reputazione che ho.
Certo, i rossi hanno le riduzione dei rossi in biodinamica e i bianchi hanno la doratura dei bianchi in biodinamica: però dategli il tempo di aprirsi e vanno giù un bicchiere dietro l'altro. A proposito: naturalmente, non sono mica filtrati. E sui prezzi non se la tira come fa invece qualche altro bio-qualcosa, e anche questo è bello. Poco belle, invece, e decisamente, le etichette: Daniele, si può far meglio, accidenti.
Adesso, due righe sui vini. Nell'ordine in cui, in date diverse, li ho bevuti.
Rosso dei Muni 2009 Daniele Piccinin
Cabernet e merlot. Il naso subito è chiuso e s'apre pian piano ed ecco il frutto rosso, maturo. In bocca è fruttato (fragola, marasca) e fresco e financo acidulo, epperò è anche vibrante e ricco e selvatico e sul finale perfino floreale.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Pinot Nero 2009 Daniele Piccinin
Uva ostica. Il vino ha grande freschezza, e dinamicità e slancio. Ovvio, occorre aspettare che s'apra, ma quando s'apre ha beva succosa e freschissima e fruttatissima (la fragolona matura), restando comunque a tratti selvaggio.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Montemagro 2009 Daniele Piccinin
Bianco dorato da uve autoctone di durella. Secco, teso, tagliente. Ha carattere e freschezza acida ch'è tipica del vitigno e vene minerali che parlano del territorio. Direi che mira a raccontare la terra e la vigna, più che a piacere per forza.
Un faccino e quasi due :-)
Bianco dei Muni 2009 Daniele Piccinin
La durella incontra lo chardonnay. Bianco dorato. Della prima uva c'è la tesissima freschezza, dell'altra il frutto giallo maturo. Il finale è asciuttissimo, perfino tannico. Il frutto è croccante, la vena officinale avvincente. Gran lunghezza.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

1 commento:

  1. L'azienda non la conosco e neppure i vini e siccome, dopo aver letto quanto scrivi, mi incuriosisce parecchio; credo che farò in modo di conoscere lui e sopratutto i suoi vini, anche perchè S.Giovanni dista pochi km da Soave.
    Concordo sulle etichette, misere e anonime ... e qua esprimo il mio pensiero sulle etichette che devono essere, almeno a mio parere, espressione per sintesi del produttore e del territorio, senza necessariamente essere originali a tutti i costi ma comunque avere una personalità riconoscibile ... proprio come il vino che rappresentano.

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