Questo pezzo avrei dovuto scriverlo quando faceva caldo, ma ero in pausa di riflessione, e dunque niente. Ma voglio comunque parlarne adesso del rosé con le bolle che ha fatto Longariva, azienda trentina di Rovereto, perché è stata una sorpresa dell’estate e perché, credetemi, può esserlo anche per le feste di Natale: mica male mettersene in casa qualche bottiglia un aperitivo fuori dagli schemi. Ordunque: in vino si chiama Maso Palt Rosé, è uno spumante rosato fatto con uve di pinot nero (e basta) ed è elaborato col metodo Martinotti, quello italiano, in autoclave. Il che pare un’eresia nella patria del Trentodoc portabandiera del metodo classico.
“La spumantizzazione con fermentazione in bottiglia in Trentino è oramai diventata quasi una scelta obbligata per i vignaioli che possiedono produzioni proprie di pinot e chardonnay” mi ha raccontato il patron di Longariva, Marco Manica, ma “tale viatico non ci ha mai completamente convinti, né ci ha entusiasmato, né tantomeno contaminato, sin dall’inizio di questa escalation che da qualche anno a questa parte sembra inarrestabile. Aggiungere alla nostra gamma uno spumante metodo classico, dai tempi più o meno lunghi, con moltissime incertezze e oneri, lento nell’esecuzione, seguendo percorsi affollati e scontati, non ha mai rappresentato per noi una scelta convincente e innovativa per il mercato in continua mutazione. La nostra scelta in controtendenza ci ha trovati entusiasti e vogliosi di iniziare un percorso diverso per la nostra provincia tanto vocata alla spumantizzazione. Questo metodo permette tempistica più flessibile di preparazione, sintonia dei tempi, approccio spumantistico meno impegnativo, gioventù e freschezza nel prodotto finito, completamente gestibile e controllabile lungo tutto il suo processo”. Dichiarazioni impegnative, forse perfino di rottura nella terra di altre bollicine.
Ora, due parole sul vino in sé. Bel rosa corallino. Naso di fragolina di bosco e ciliegia marasca, bocca in perfetta corrispondenza, bolla ben gestita, morbidezza suadente. Insomma, col caldo si strabeveva, ma sono convinto possa andar bene anche nell’inverno che viene.
Pinot Rosé Brut Maso Palt Metodo Martinotti Longariva
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
mmmmm .... ma se fosse una cantina della franciacorta avrebbe imbottigliato comunque uno charmat ?
RispondiEliminammm... una volta quand'ero piccolo, mi dicevano che se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola. I se non contano. Prendo atto che Longariva ha fatto un Martinotti (non dire Charmat, per favore!) in rosa con le uve di pinot nero, e che mi piace. Certo, si potrebbe anche commentare che forse i trentini non credono così tanto al Trentodoc e i franciacortini invece credono al Franciacorta, e magari su quest'aspetto identitario qualche riflessione si potrebbe anche fare. Ma non sono così convinto che sia semplice da dipanare, la questione. Eppoi il discorso andrebbe di là dalla constatazione che questo è un buon Martinotti rosa fatto col pinot nero.
RispondiEliminaNo, non è per niente semplice dipanare la questione spumantistica trentina, come del resto quella nazionale. A cominciare dal nome, ma questo è un altro discorso. Prendendo lo spunto dalla bolla rosa eretica (bello, bellissimo) osservo che il Trentino rimane il più grande produttore nazionale di uve Chardonnay e Pinot base spumante. Per questo si utilizzano i tre metodi principali di elaborazione: classico, Martinotti e Cavazzani. Quest'ultimo, messo a punto dal grande Nereo, è l'adattamento alle esigenze trentine (e non) della tecnica inventata dall'ing. Charmat. E' detto anche "Trentino lungo". Aggiungo: a pretendere di infilare tutto il base nel classico, si rischia l'abbassamento della soglia qualitativa, quindi le alternative sono le benvenute, specie se la competizione si gioca ai massimi livelli di qualità possibile. Per arrivare a ciò servono regole severe e qui torna la complicazione... identitaria.
RispondiEliminaBella la foto di Marco: ha la faccia di uno studente che mostra una pagella piena di "10".
RispondiEliminaI suoi vini mi piacciono tutti, benvenga questo "spumantino" -come chiamarlo dopo il tipico intelligente commento di Angelo Rossi?- che non avevo ancora provato.
Davvero stimolante il commento di Angelo Rossi. Credo ci si possa e ci si debba riflettere.
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