Charles Elmé Francatelli era un cuoco importante. Così importante che venne chiamato al servizio della regina Vittoria, in Inghilterra. Il cognome è italiano, ma lui è nato a Londra nel 1805 ed è cresciuto in Francia. Nel 1861 diede alle stampe un libro dal titolo "The Cook’s Guide", mai tradotto, che io sappia, in italiano.
Nel libro Francatelli scrisse anche di vino, e c'è una frase che ho letto e riletto. Questa: "It is generally admitted by real gourmets that red wines should precede the introduction of white wines". E cioè, per chi non mastica l'inglese: "Viene generalmente ammesso da parte veri veri buongustai che i vini rossi dovrebbero precedere l'introduzione dei vini bianchi". Esattamente il contrario di quanto c'insegnino oggi i sacri testi dell'abbinamento cibo-vino.
Ora, non voglio dire che l'ammonimento del Francatelli sia da prendere come oro colato, epperò una riflessione ci va fatta. La riflessione che ci faccio è questa: durante un pranzo o una cena nel corso dei quali si servano vini che vi piacciano, non formalizzatevi e bevete tranquillamente un bianco dopo esservi goduto un rosso. Ovvio, mica qualunque bianco, mica qualunque rosso. Ma chi l'ha detto che un burroso Chablis di qualche bell'anno non possa stare dopo, chessò, un giovane Barbaresco? Chi l'ha detto che un Lugana decenne, di quando ancora il Lugana sapeva esattamente di Lugana, e dunque di frutto e idrocarburi, non possa star benone dopo un Valpolicella? Chi l'ha detto che il piacere debba essere per forza codificato, ingabbiato dentro norme rigide, annichilito da dogmi inviolabili?
Oh, be' sì, a dire il vero qualcheduno l'ha detto, ma credo si possa tranquillamente trasgredire a certi precetti. Io trasgredisco, e mi stappo quel che ho voglia di bere in quel momento, con quel preciso piatto. E me n'infischio di quel che ho stappato subito prima.
D'accordo.
RispondiEliminaSe ha tempo legga quanto avevo scritto tempo fa.
Elai O.P.
elai.culturadelvino@libero.it
http://www.vocifuoridalcoro.net/gusto/item/947-pranzo-gourmand-con-vini-a-ritroso.html
Letto. Mi era sfuggito, Splendido testo ed idea condivisibilissima, quella della sequenza "a ritroso" di piatti e vini. Riporto l'ultima parte: "L’apertura mentale ha fatto cadere molti tabù, anche nella gourmandise; basti pensare ai vini bianchi intervallati ai vini rossi o ai menu carne-pesce, un tempo bollati di cattivo gusto e oggi, a ragione, prassi comune nei ristoranti stellati. Noi siamo convinti che il 'pranzo gourmand con vini a ritroso' possa avere un futuro e le critiche non ci spaventano". Condivido.
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