Angelo Peretti
Ecco, una delle differenze - enormi - tra la Francia e l'Italia del vino è che i francesi fanno sì che il vino assuma nelle zone di produzione un valore pressoché universale, e dunque quando sei in una cittadina che vive di vino te n'accorgi immediatamente. Ma mica solo perché ci sono le frecce che indicano le cantine, oppure i percorsi del vino i depliant, ché quelli ci sono anche da noi. Quel che fa la differenza è che nelle terre del vino francesi un po' tutto parla del vino. Mentre da noi non succede. Non è una differenza da poco.
Quando dico che là in Francia nei villaggi del vino tutto parla di vino, intendo che ne trovi traccia anche dove meno te l'aspetti. Prendiamo Arbois, nel Jura. Ci si fanno i magnifici e complessi e difficili - lo ammetto - vin jaune che a me piacciono parecchio. Tra i simboli di cui va fiera la gente del posto c'è la chiesa di Saint-Just, col suo monumentale campanile citato dalle guide. Andando ad Arbois non potevo non farci una visita, alla chiesa. Di fuori, accanto alle mura in pietra, ho trovato foto - belle - di vigneti. Dentro, alle massicce colonne ecco appesi dei pannelli che invitano a un percorso culturale tutto giocato sui riferimenti biblici al vino.
"Vino dell'ebbrezza, vino della saggezza", s'intitola la mostra, che unisce valori religiosi e tradizione agricola, interpretazioni teologiche e usanze vitivinicole del territorio. Poche parole, titoli snelli che leggi in un attimo, immagini che parlano da sole. Un gioiellino, che vorrei vedere anche da noi, in qualcheduna delle tante splendide chiese dei nostri paesi del vino.
Credo sia giusto citare gli autori dei quest'iniziativa: a renderla possibile per la parrocchia di Notre-Dame de l'Hermitage di Arbois sono stati - ho letto all'ingresso - Marie-Élisabeth Camuset per la concezione del progetto, per i testi Martine Chaussy, per l'introduzione Fabrice Hadiaid, per la realizzazione grafica Alain Tournier. Bravi tutti.
Parroci delle terre del vino d'Italia, copiatela, 'sta mostra!
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