Angelo Peretti
E così da domani ricomincia Identità Golose. L'ottava edizione. A Milano. Fino al 7 febbraio. Per chi non c'è mai stato, faccio fatica a descrivere cosa sia Identità Golose. Chi c'è stato capisce cosa intendo: non è facilmente descrivibile tutto quel che vi accade, perché di eventi ce n'è una montagna. Una kermesse, una grande kermesse della gastronomia, ecco cos'è, se proprio voglio provare a semplificare. Ma tutt'altra cosa rispetto ad altre cose che si fanno in Italia. Qui, nel regno di Paolo Marchi, protagonisti sono gli chef. Star, vere star dell'evento. In un turbinio di accadimenti e di incontri e di show. Gran clima, magari a tratti un po' snob, d'accordo, ma gran clima.Stavolta, addirittura, Identità Golose raddoppia. Da una parte il classico Congresso internazionale di Cucina d'Autore, dal 5 al 7 febbraio, al primo piano del MiCo di via Gattamelata, con settantasette, diconsi settantasette cuochi e cucinieri e pasticceri e artigiani (una cinquantina, se non ho capito male, al debutto per quanto concerne la rassegna) che si avvicendano nella sala Auditorium e nelle due Sale Blu per raccontare la loro maniera di vedere la cucina. E accanto, fino al 6 (e da oggi) "il più grande temporary restaurant del mondo", come l'hanno definito: il Milano Food&Wine Festival, uno spazio di millequattrocento metri quadri dove sono all'opera una ventina di cuochi da tutto il mondo (firme eccellenti) e un centinaio di vignaioli italiani coi loro vini, selezionati da Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival.
Il biglietto è impegnativo, ma penso ne valga la pena, soprattutto per chi è del settore. Le informazioni le trovate sul sito di Identità Golose: se siete appassionati di (grande) cucina, avrete di che lustrarvi gli occhi col parterre che c'è.
Nessun commento:
Posta un commento