È passato qualche po' di tempo (qualche anno) da quando uscì un libro che ho letto e riletto, sfogliato e risfogliato. S'intitola "La comunicazione del food & beverage" ed è di Fabio Piccoli, collega veronese. Un manuale perfetto per chi voglia occuparsi, appunto, di comunicazione e anche di marketing nei settori del vino e dell'agroalimentare in genere. Confesso che gli ho rubato parechie idee. E hanno funzionato.
Molte delle cose che ci sono su quel libro le ritengo tuttora attualissime, ma evidentemente Fabio non la pensa così, visto che da poco è in libreria con un nuovo volumetto, e nelle "avvertenza per la lettura" dice così: "Ho deciso dopo quattro anni di riscrivere il mio manuale 'Comunicazione nel food and beverage" perché lo ritengo superato. Sì, inutile girarci tanto intorno. Avrei potuto cavarmela con qualche piccola correzione ma non sarei rimasto soddisfatto. In quattro anni sono cambiate talmente tante cose che ripercorrere, pur correggendolo, un percorso già fatto, mi sembrava cosa inutile e, per certi aspetti, anche pericolosa".
Il nuovo manuale s'intitola "Enogastronomicamente comunicando" - sottotitolo "L'identità nel food & beverage" - ed è pubblicato dalle Edizioni Le Foglie del Gelso della società Ethica.
Per la riscrittura, Fabio Piccoli ha affiancato il proprio sapere a quello di Lavinia Furlani, che fa il mestiere della "consulente filosofica", occupandosi di comunicazione e formazione. L'ipotesi di base su cui hanno lavorato è che "non c'è momento migliore della crisi per accettare la sfida del cambiamento". E questa sfida la si può accettare mettendosi nella dimensione - cito - di un "ritorno all'uomo 'multidisciplinaare' in antitesi, o meglio in sostituzione, finalmente, all'uomo 'specializzato'", tesi che con me sfonda una porta aperta, avendo personalmente cercato sempre di avere come mia personale "specializzazione" la più ampia "despecializzazione" che mi era possibile, o meglio, se vogliamo, la "multidisciplinarità", che è però termine orrendo.
Magari sul nuovo libro mi capiterà di tornarci dopo averlo letto per bene e averci riflettuto, però per il momento mi corre il piacevole obbligo di un ringraziamento. Perché fra le "case history" citate nel volumetto c'è anche questo mio InternetGourmet. Si legge: "Un caso particolarmente interessante è quello rappresentato da InternetGourmet.it, il web magazine diretto dal giornalista veronese Angelo Peretti". E più avanti si spiega che "è un giornale online dove più che l'informazione emerge il giudizio, il commento del giornalista" e che "in questo caso, pertanto, quello che prevale è l'autorevolezza, l'influenza del direttore della testata che assume un ruolo di opinion leader". Troppa grazia.
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