8 febbraio 2012

Naturali parte 2: Borgogna e altro

Mario Plazio
Proseguo l'illustrazione delle mie impressioni al salone dei vini naturali Dive Bouteille, nella Loira. Dopo aver detto ieri dello Champagne e di qualche delusione, eccomi alla Borgogna.
In Borgogna le cose vanno piuttosto bene, con alcune scoperte davvero interessanti.
Tra i classici, il Domaine Valette illustra al meglio lo chardonnay del Maçonnais. Il Maçon Village 2009 ha colonna vertebrale e vivacità (2+ faccini), il Viré-Clessé 2008 ha un tocco ossidativo e profuma di burro (2 faccini), il Pouilly-Fuissé 2008 è didattico, burro e crosta di pane, buona la densità e la freschezza (2 faccini e mezzo).
Non conoscevo il Domaine JM Berrux che mi ha fatto assaggiare un Saint Romain blanc 2010 dalle note verdognole e dal bell’equilibrio (2- faccini), un Saint Romain rouge 2010 vinificato con il raspo, solido e fresco (2+ faccini) e un Beaune 2010 chiuso, ma dal palato elegante e molto ben fatto (2 faccini e mezzo).
Altra bella scoperta la Maison Marion, con vini alternativi e divertenti, come il Bourgogne Très-Libre 2010, pinot nero vinificato come un Beaujolais, leggero, poco alcolico e dalla beva prodigiosa (2 faccini e grande vinino) e il Bourgogne Rosé 2010 rinfrescante come una bibita estiva (1 faccino).
Il Domaine Chassoney si trova a Saint Romain e vinifica tradizionalmente, con macerazioni senza diraspamento dei grappoli e in assenza di SO2. I vini sono fin troppo austeri e duri, forse si potranno assaggiare tra 10 anni. Per l’intanto il Volnay 1er cru 2010 è potente e scomposto, ma rivela potenziale di crescita (2 faccini), il Pommard 1er cru Les Puzerolles 2010 ha un bel naso ma in bocca ha troppi tannini e chiude amaro (1 faccino) e il Chambolle-Musigny 2010 è sulla stessa linea (1 faccino). Vorrei sentire qualche annata più vecchia, che rischia di essere fantastica, oggi però i vini sono imbevibili.
Grandissimo Christophe Pacalet, i cui vini respirano davvero aria di Borgogna. Vinificazioni tradizionali, come una volta, a grappoli interi e senza solforosa per l’espressione del terroir e dei lieviti indigeni. Puligny-Montrachet 2010 fine, appena boisé e teso al palato dove si sente il miele. (2+ faccini). Nuits Saint-Georges 2009 dal frutto e acidità bilanciati, naso strepitoso (3- faccini) e Chambolle-Musigny 1er cru 2010 ancora più fine e speziato, sarà grande (3 faccini).
Dal vicino Beaujolais viene il Domaine Marcel Lapierre, il cui Morgon 2011 è ancora impossibile da giudicare in quanto tirato dalla botte e ridotto. (2 faccini di stima, forse più).
Ottimo il Morgon 2009 del Domaine Descombes, pieno di frutto e con un bel futuro davanti (3 faccini).
Non ho molto capito i vini del Domaine Chamonard, le cui bottiglie erano troppo calde, sembravano fini e bevibili, ma le condizioni di degustazione non erano buone.
Classico il Morgon 2010 del Domaine Jean-Paul Thévenet (2 faccini).
Per oggi mi fermo qui. Domani si prosegue ripartendo dall'Alsazia.

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