18 agosto 2009

Aiuto! Qui a nord il cibo non sa più di nulla

Angelo Peretti
Due articoli, letti pressoché in contemporanea, m'hanno colpito. Perché hanno espresso esattamente lo stesso pensiero che ho avuto ieri a tavola. E cioè che la frutta, la verdura, la carne, il pesce, non sanno più di niente, comprati a nord.
Stesso ragionamento traspare da due interventi, ho detto, l'uno d'un gastronomo del nord, l'altro del sud: Edoardo Raspelli e Luciano Pignataro.
Dice Raspelli su La Stampa: "Quante volte, andando al ristorante negli ultimi anni, davanti ad un piatto bello e, magari, anche, tutto sommato buono, ci siamo detti 'Qui manca qualcosa'?! Quel 'quid', quel 'qualcosa', era il sapore della materia prima. Piatti belli ma esangui; piatti 'buoni' ma neutri, con poca personalità".
Dice Pignataro sul suo web magazine: "Voglio essere chiaro con gli amici del nord: così come voi percepite il nostro casino appena uscite dalla stazione, tal quale noi sentiamo animalescamente che la vostra insalata, la vostra frutta, il vostro pane e il vostro pesce, spesso anche i dolci, non sanno di nulla".
Proprio così: non sanno di nulla tanti, troppi cibi al nord. Comprati in bottega o all'iper, mangiati al ristorante. Il giro dei fornitori, del resto, è sempre quello: pochi e sempre gli stessi nella distribuzione, pochi e sempre gli stessi nella ristorazione. Ed è cibo magari igienicamente ineccepibile, ma organoletticamente vuoto.
La carne ha una vaga somiglianza a quel che ricordo del suo sapore. Il pesce, d'allevamento quasi tutto, ha solo una fugace memoria d'acqua. Il pane non ti rammenta affatto il cereale e il lievito, ma piuttosto ha consistenza di polistirolo.
Ma quel che più mi stupisce è che la frutta e la verdura non sanno di niente anche se le compri ai banchetti dei produttori, per strada. E marcisce in fretta, senza maturare. Anche roba che ha fatto sì e no qualche centinaio di metri dal campo alla bancarella, mica solo quel che è stato in cella frigo. Le pesche sono gastronomicamente efebiche, i pomodori idem, l'insalata tutt'al più è vagamente amara. Che sta succedendo? Troppe ibridazioni? Terre troppo forzate dagli interventi chimici? Il sole che non scalda più neanche se la calura è insopportabile? Qualcuno ha una risposta?

4 commenti:

  1. sarà colpa dell'impollinazione? le api spariscono oppure della terra troppo avvelenata dall'uomo ? perchè non lasciano fare alla natura , e
    agli uccellisaluti Maria

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  2. A modo mio la colpa è, come sempre, di tutti. Produttori e consumatori. Chi mangerebbe più una mela ammaccata e magari ad un prezzo superiore rispetto ad altre? Tutti si riempiono la bocca con il biologico ma, anche in questo caso, chi mangerebbe della frutta visivamente brutta o con delle imperfezioni pagandola sempre quel qualcosa in più? Dico "pagandola quel qualcosa in più" perchè chi fà biologico o biodinamico ha un calo della produzione notevole ed un costo lavoro superiore.
    Io preferisco mangiare una pesca piccola, rovinata da un insetto e magari col vermetto all'interno ma Voi?

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  3. Non sono del tutto d'accordo.
    Dipende molto da noi consumatori, da DOVE decidiamo di acquistare e mangiare.
    Qui al "nord" ci sono ottimi ristoranti che con un filiera "corta" e produttori selezionati portano in tavola piatti saporiti, tanto quanto al "sud".
    Vale lo stesso per i negozi dove acquistare.
    Dipende sempre da noi "scegliere".

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  4. E io aggiungerei da quanto si vuole spendere. Molti consumatori oggi guardano solo all'aspetto esteriore della frutta e verdura e al prezzo.
    Poi si dice che questi prodotti non sanno di niente... non mi risulta che le costose ciliegie italiane del nord (mora di cazzano o duroni della Val d'Alpone)
    prodotte in collina siano senza sapore.
    Cristina

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