Mario Plazio
Ebbene, confesso. Ho una passione per i vini ottenuti da processi ossidativi. Sono liquidi imperturbabili, che pare traggano da quello che la tecnica più ortodossa considera un difetto nuove energie. Ecco allora che sembrano eterni, capaci di suggerire emozioni che solo a loro appartengono.
Il Tio Diego passa attraverso 8 anni di permanenza sulla “flor”, la caratteristica pellicola che sviluppa una ossidazione controllata. Poi invecchia altri 8 anni prima di essere imbottigliato.
Il naso è severo, concede poco alle facili emozioni. Si alternano frutta secca, cioccolato bianco, ciliegie sotto spirito e una forte nota di iodio. Col tempo scorrono anche aromi di capperi e pomodori secchi.
Il palato è tenuto in pugno da una acidità indomita che non cede di un millimetro. Questo attenua la evidente componente alcolica che invece scorre con eleganza nel finale dominato dal cioccolato, dalla noce moscata, dalla mandorla secca e dal mallo di noce.
Un vino impegnativo, quasi intellettuale, ma che saprà ricompensare coloro che vorranno accostarvisi con spirito di totale apertura.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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