Angelo Peretti
Ecco, sì, sono fortunato. Vado a cena in un ristorante e il gestore - pagato il conto - che fa? Mi regala una bottiglia di Champagne ricevuta direttamente dalle mani d'un produttore ch'era stato da lui nei giorni del Vinitaly. "Provalo e dimmi cosa ne pensi", mi fa. Provato. E cosa ne penso lo dico qui.
Ordunque, da subito, appena aperto, questo Champagne d'Ambonnay si mostra d'assoluta, immediata riconoscibilità. Impossibile sbagliarsi già dai primi aromi che si diffondo nel versare il vino nel bicchiere: crosta di pane, fruttino, croissant. Insomma: Champagne, tipicamente, assolutamente.
In bocca è soprattutto il croissant - alla marmellata di pesca o d'albicocca, e burroso - a far la parte del leone. E la cremosità è avvolgente.
Ha carattere, anche, ed è il pinot noir a farsi notare: ci sta, nella cuvée, all'ottanta per cento.
Ripeto: tipicamente champagnista. Da aperitivo, da cena.
Chissà se qualcuno lo importa.
Due lieti faccini :-) :-)
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