Angelo Peretti
Nutro passione sfrenata per il Moscato d'Autunno di Paolo Saracco, che reputo uno dei più eleganti, intriganti, affascinanti bianchi d'Italia in senso assoluto. Ma stavolta il vigneron astigiano m'ha stupito col suo Moscato d'Asti. Che in passato è sempre stato buono, certo, ma che coll'ultimo millesimo sfodera un'armonia di quelle che non ti dimentichi.
Al naso quei toni floreali quasi da sauvignon blanc della Loira che riconosci solitamente nel Moscato d'Autunno. E il fruttino che ritrovi in genere nei grandi brut, pensate un po'.
In bocca un gran bell'equilibrio fra vena aromatica, freschezza, dolcezza. E una cremosità da applauso.
Potete servirlo, certo, a fine pasto, ma alla Taverna Kus di San zeno di Montagna ce lo siamo bevuti su un petto di faraona croccante con le pesche nettarine.
Meglio ancora in magnum.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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