Mario Plazio
A rischio di essere banale, confesso che ogni volta che bevo un Bordeaux, e uno vecchio in special modo, provo un'emozione che raramente mi capita di provare con altri vini. E ancora più raramente con vini Italiani, salvo le dovute eccezioni (nebbioli su tutti).
Anche se negli ultimi anni Bordeaux è stato devastato da due nefasti fenomeni (la parkerizzazione e il tecnicismo), sono ancora numerosi i vini che riescono a conservare il fascino, l’austerità e l’eleganza che solo i più grandi sono in grado di offrire.
Montrose è storicamente uno dei vini più austeri e lunghi a farsi, mai troppo modernista o desideroso di ostentare.
Il 1993, complice l’annata, è fluido e sorbevole.
Accanto al peperone troviamo note eteree e speziate, cuoio, tabacco e goudron.
Grande beva, per nulla impegnativa, tannini un po’ rugosi, ma veri e non gonfiati dai legni di maturazione. Non è lunghissimo, ma si permette di essere leggiadro.
E si beve che è un piacere. Sarà per questo che la bottiglia è già finita…
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Nessun commento:
Posta un commento