Mauro Pasquali
Alessandro Mori, un anno dopo gli altri produttori di Brunello, imbottiglia il suo. Assaggio il 2005 conscio del fatto che da poco ha subito lo shock dell'imbottigliamento, anche se Alessandro mi dice che usa la tecnica dei nostri padri per ridurre il mal del vetro: il vino viene travasato dalle grandi botti di rovere in contenitori di acciaio per un mese, per abituare il vino all’ambiente senza ossigeno della bottiglia.
Un grande vino che si apre al naso con quei sentori polverosi così tipici nel Brunello. Poi, ancora, il frutto croccante con belle sfumature di ciliegia e lampone. In bocca i tannini setosi e la bella acidità ne fanno pronosticare una grandissima evoluzione. E una altrettanto grande longevità.
Un vino che riconcilia con il Brunello. Un Brunello che nasce senza manipolazioni, non solo quelle legate alle uve non previste dal disciplinare ma, anche, quelle in cantina: no alle presse, non ai fermentini, no ai lieviti selezionati, no al controllo della temperatura. E, finalmente, no alle barrique. Un Brunello tradizionale, fatto come dovrebbe essere fatto da tutti, senza ricorrere a scorciatoie o manipolazioni.
Tre beati faccini :-) :-) :-)
Come si dice in gergo markettaro? Un benchmark!
RispondiEliminaL.
Così la pensa Mauro, ma quel lazzerone se l'è bevuto da solo, e al "direttore" non ne ha portato non dico una bottiglia, ma neppure un misero assaggio.
RispondiEliminaVorrà dire che dovrò invitarti alla degustazione che faremo il 19 novembre ...
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