Angelo Peretti
Non sono un fan scatenato dello Champagne in versione rosa. Preferisco la tradizionale interpretazione in bianco, soprattutto se viene da uve nere, dal pinot. Però ogni tanto mi faccio tentare da qualche bottiglia rosatista. E così è accaduto per questo Champagne Rosé etichettato da Sélèque.
Leggo sul sito della maison che il vino nasce da un assemblaggio di un novanta per cento di chardonnay con un po' di pinot noir vinificato in rosso. E che un dieci per cento d'entrambi i vini destinati alla cuvée s'affina in botte di rovere "pour apporter rondeur et vinosité".
Ordunque, di vinosità in effetti ce n'è, e di rotondità anche. E c'è pure un bel fruttino: direi ribes, soprattutto, e un che di fragolina di bosco, vagamente acidula.
Ma soprattutto ad avermi favorevolmente colpito è stata la cremosità. Velluto, ecco, è proprio di velluto 'sto Champagne rosato. Carezzevole.
Si beve che è un piacere, ed accompagna l'aperitivo, l'antipasto, lo spuntino, ma anche la chiacchiera disimpegnata. Da ricordare per l'estate che verrà.
Due lieti faccini :-) :-)
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