Angelo Peretti
In realtà, il big bang è avvenuto il primo di febbraio, ma io ne scrivo solo adesso perché sono pigro (o perché mi era passato dalla testa, se proprio volete metterla così). La notizia è questa: il blog di Luciano Pignataro è diventato un blog. Nel senso che prima si chiamava wineblog, ma non c'era lo spazio per i commenti dei lettori, e invece dal primo febbraio c'è anche quello. E i commenti hanno cominciato a fioccare, com'era del tutto logico aspettarsi.
Adesso l'amico Luciano, uno dei più preparati ed attivi giornalisti del vino che abbiamo nell'italica terra, si appresta a schiantarci tutti quanti noi crivani della rete in termini di visite on line, ché già aveva numeri da record prima, ma ora che c'è anche la possibilità del contenzioso, figurarsi!
Oh, poi, sia chiaro: la cosa, più che noi che in qualche modo ci arrabattiamo ad emularlo, scompaginerà ancora di più chi pensa che la comunicazione virtuale sia di serie b rispetto a quella di carta. Luciano scrive sulla carta, è redattore del Mattino di Napoli. Ma spopola sul web, pure. Dunque, lasciatemelo dire, non sono né la carta, né il pc a far la differenza, ma le persone. Ci sono quelli che son credibili e la gente li legge, punto e basta.
Devo dire che con quel suo blog Luciano sta facendo un servizio straordinario al suo sud: una palestra di idee per tutto quanto si muova attorno al vino - e al cibo e alla gastronomia - fra Campania (soprattutto) e Molise, fra Lazio e Sicilia, fra Puglia e Calabria. Un'agorà virtuale sulla quale fioriscono e maturano pensieri e progetti. E il sud della buona tavola e del buon vino si muove, eccome. E Luciano non gliele manda mica a dire, quando serve, ché sa cantarla bene. E ci ha anche un bel numero di collaboratori - o meglio, di compagni d'avventura - che ci mettono passione tanta e competenza altrettanta.
Ho un unico dubbio: che Luciano abbia un paio di gemelli che gli somigliano come una goccia d'acqua e che lo sostituiscono in incognito nella sue varie attività, vista la gran mole di lavoro che svolge. Ma questo dubbio non glielo dico mica, sennò magari chissà come la prende...
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