22 febbraio 2010

Tarallini Gay-Odin

Angelo Peretti
Probabile che mi legge li conosca già, soprattutto se bazzica dalle parti di Napoli. Per conto mio, i tarallini di Gay-Odin li ho scoperti da poco, in un piovoso pomeriggio napoletano, nel punto vendita quasia all'inizio di via Toledo, dietro la galleria. E ne sono rimasto affascinato.
Gay-Odin è l'insegna d'una cioccolateria. A Napoli ce ne sono più succursali, ma ne trovate anche a una a Roma e un'altra a Napoli. Fanno una serie di cioccolatini che uno tira l'altro. Per esempio gl'incantevoli albanesi, con dentro la ciliegia (con tanto di nocciolo) e il liquore che - dicono in bottega e scrivono sul sito - è allo sherry (ma sarà mica invece al cherry, cioè al liquore di ciliegia? mah, mi resta il dubbio). Ma sono stati soprattutto i tarallini ad ammaliarmi.
Ammaliare: verbo antico, desueto. In realtà, stavo per scrivere "stregarmi", ma sarebbe sembrato un gioco di parole, ché quest'incantevoli, eleganti tarallini son degli anelli di sottilissimo cioccolato ripieni di liquore Strega.
Buonissimi, e appena torno a Napoli ne faccio una nuova scorpacciata.

2 commenti:

  1. ricordati degli amici grazie
    ciao susy

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  2. A dire il vero ne avevo comprato qualcuno in più. Poi però ho pensato che forse in aereo non li potevo portare, e allora mi sono sacrificato a mangiarli...
    Non so se sia una giustificazione plausibile, ma ci provo.

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