Angelo Peretti
Di questa microazienda neonata so pochino. Non sapevo nemanco che facessero vino. Li ho conosciuti, telefonicamente e per email, per via dell'olio, che m'han sottoposto per gli assaggi della guida di Slow Food. E chiacchierando un po', mi han detto appunto che hanno anche vigna.
So che la vigna e gli olivi sono sul monte Calaone, che è uno dei rilievi vulcanici dei Colli Euganei. Che utilizzano i metodi dell'agricoltura biologica. E che la vigna è orientata ai vitigni rossi bordolesi, com'è consuetudine della zona. E che ho bevuto il loro merlot.
Ma come, un altro bordolese in terra euganea? Sissignori, un altro bordolese. Ma toglietevi dalla testa certi rossi polposi e muscolosi e legnosi: questo è un vino che se ne beve un bicchiere in fila all'altro.
Insomma: chi ha seguito qui e da altre parti sul web la mia teoria del vinino, ovvero dei vini che ancora affermano la piacevolezza del bere, capisce bene che qui stiamo parlando proprio di questo. E spero che quelli del Murale continuino a farlo così il loro merlot - e addirittura meglio -, con quel piccolo frutto succoso, quella spezia minuta, quella freschezza che ti soddisfa, quell'abbinabilità così ampia.
Ovvio, una rondine non fa primavera, dice il proverbio, e dunque dovremo vedere come se la saprà cavare cammin facendo questa nuova realtà dei colli patavini. Epperò se l'esordio è questo, io son contento.
Due lieti faccini :-) :-)
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