Angelo Peretti
Accidenti, ma che succede sul Garda Trentino? Delle due l'una: o si son trasferiti tutti armi e bagagli a latitudini più basse - molto più basse - oppure han preso una passionaccia per l'olio di qualutà che ha davvero (credetemi) pochi eguali in Italia. Già, perché in questo lembo di terra benacense - quella che vien detta La Bùsa, La Buca - dove impera la casaliva, oliva gardesana, stan tirando fuori degli extravergini sempre più eleganti, sempre più ricchi di personalità, sempre più fascinosi. E siamo a nord, terribilmente a nord per l'ulivo. E di olio se ne fa una goccia.
Ora, che il rinascimento oleario tridentino avesse come capiscuola dei piccoli produttori che - costi quel che costi, e costa molto - s'eran messi d'impegno a tirar fuori oli d'eccellenza in quantità poco più che amatoriali - e comunque reperibili sul mercato, si badi - ci stava ed era anche abbastanza logico, ma che addirittura l'Agraria rivana, realtà consortile da decine e decine e decine di soci micro-olivivoltori, abbandonasse gli standar stra-tradizionali dell'olio dolce e leggerino per passare a fare un extravergine di grande carattere, be', è evidenza che accolgo con gioia.
Nuovissimo anche nel packaging, davvero moderno ed elegante in quanto a etichettatura, il dop dell'Agraria ha un bel colore verde smeraldo tenue, brillantissimo. Al naso, erbe di campo, tarassaco, carciofo, fruttato di oliva verde. In bocca la pasta è d'impianto sì leggero, ma ha gran carattere, tant'è che da subito s'avvale di una bella spinta piccante, che rafforza e amplifica la sensazione amara di cardo, rucola, tarassaco.
Notevole la lunghezza, impressionanti la spinta piccante e la vena amara.
Una sorpresa, un cambio di rotta.
Quasi incredibile, considerate oltretutto le evidenti complessità di coordinamento dei tanti e tanti piccolissimi soci.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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