Angelo Peretti
Nutro considerevole stima per l'Ais, l'Associazione italiana sommelier. Mi ci sono anche iscritto, come socio sostenitore o qualcosa del genere: insomma, non ho frequentato i tre corsi canonici, e mi limito a pagare una quota (e a ricevere e leggere con interesse le pubblicazioni che mi vengono inviate). Adesso scopro anche che il sistema di democraticità dell'associazione pare fra i più alti che si trovino in circolazione nell'italico mondo associativo, se addirittura il dibattito programmatico in vista dell'imminente rinnovo (si vota mercoledì 27 ottobre) degli organismi nazionali si svolge on line, sui blog e sui siti tematici, ma anche sui social network.
A me, per esempio, è pervenuta una mail di Marco Aldegheri, sommelier veneto (veronese), ragazzo che stimo parecchio (è lui nella foto qui accanto), candidato nella lista Noi per Ais. Mi ha fatto pervenire il programma del suo gruppo, ma mi ha anche fornito le coordinate dell'altra lista, quella guidata da Antonello Maietta, il cui progetto non è difficile comunque trovare on line, illustrato ad esempio da Franco Ziliani sul suo Vino al Vino. Addirittura, Aldegheri le linee programmatiche in base alle quali chiede il voto le illustra in video su un blog enoico, nonché su pagine aperte su Facebook e Twitter. Mai visto un grado di trasparenza del genere in un sodalizio.
Certo, da uomo che di congressi ne ha visti e vissuti tanti e un po' d'ogni genere, non penso che anche nel caso dell'Ais non vi sia quel fittissimo scambio di telefonate, colloqui, proposte, mediazioni che caratterizzano qualunque rinnovo elettivo, financo per le riunioni condominiali. Epperò che l'Ais, dopo aver dato slancio al sito associativo, sia ormai entrata nell'orbita della comunicazione 2.0, dell'utilizzo dinamico del web, mi sembra una constatazione che accolgo molto favorevolmente. Così come accolgo con notevole favore almeno un punto programmatico sul quale la lista Noi per Ais si distingue dall'altra: il riferimento ad un rinnovamento delle logiche redazionali di Duemilavini, la guida vinicola dei sommelier italiani. Guida che acquisto da sempre, e che da sempre mi trova in disaccordo, perché propone una visione dell'eccellenza enologica che non condivido, basata nella sostanza - pur con le dovute eccezioni - sul concetto di materia, di concentrazione, per cui - generalizzando - un rosso non è "importante" se non è polposo e fitto e un bianco non è degno d'encomio se non è passato in legno. No, questo non è lo stile di vino che mi piaccia. Adesso, Noi per Ais propone il "coinvolgimento di tutte le associazioni regionali nella guida ufficiale Ais valorizzando la capillare presenza sul territorio delle nostre associazioni", dove il "nostre" sta evidentemente per le varie sezioni dell'Ais. E il coinvolgimento attivo delle realtà regionali potrebbe essere una buona soluzione, capace di evidenziare al meglio le particolarità delle singole, variegate realtà vinicole italiane. In favore dei lettori. E dunque, mi si permetta di esprimere - come si farebbe su Facebook - un pubblico "mi piace" a quest'idea di Aldegheri e colleghi.
Chiudo con un "in bocca al lupo" a tutti i candidati, il cui elenco completo potete trovare sul sito dell'associazione, cliccando qui, e anticipando un augurio di buon lavoro alla nuova dirigenza che uscirà da questo rinnovo congressuale.
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