Angelo Peretti
Quale sia la mia opinione circa la formula dell'anteprima veronese dell'Amarone l'ho detto, per il terzo anno di fila, su quest'InternetGourmet, e chi proprio non volesse scorrere le pagine per cercare il post qui sotto, può sempre cliccare qui.
Detto questo, mi pongo (e pongo ad altri, se qualcuno vorrà rispondere) una domanda. Questa: ma l'anteprima di un'unica annata dell'Amarone è davvero la soluzione più utile? oppure c'è una soluzione più utile di questa?
Quando dico utile, intendo: utile alla stampa di settore per farsi un'idea, utile ai buyer e agli operatori per prendere decisioni d'acquisto, utile ai consumatori finali per imparare meglio cosa sia l'Amarone e decidere di berlo, ed utile anche ai produttori per fare vetrina.
Nel primo caso, quello della stampa specializzata, direi di sì, può essere molto utile, ovviamente a condizione che si effettuino gli aggiustamenti (e non sono cosa da poco) che ho suggerito qualche giorno fa, ripeto, per il terzo anno di fila. Aggiungo una condizione: che si tratti di stampa effettivamente specializzata, e dunque avvezza anche agli assaggi critici da vasca, en primeur, che è pratica non del tutto scontata (e del resto non richiesta da molte testate anche di settore).
Nel secondo caso, per buyer e operatori, direi proprio di no, che non è utile, perché per i vini italiani non c'è l'abitudine, e neppure la necessità, di fare acquisti en primeur, ed essendo la più parte dei vini presentati in degustazione all'anteprima dell'Amarone non ancora, appunto, pronti da bere e in molti casi nemmeno pronti da mettere in commercio, be', ai buyer e agli operatori serve poco assaggiarli.
Anche nel terzo caso, ossia per quel che riguarda i consumatori, ho pure la sensazione che non sia del tutto utile (al di là del dato, diciamo così, mediatico: la gratificazione di partecipare ad un evento nel nome dell'Amarone), e le motivazioni sono quelle appena dette: serve a poco assaggiare vini che non sono in commercio o che comunque non sono ancora pronti da bere.
Nel quarto caso ho dei dubbi, nel senso che l'anteprima può essere un'ottima vetrina, soprattutto per i nuovi arrivati e i più piccoli, ma l'investimento, alle luce delle obiezioni di cui sopra, può non valere del tutto la spesa. In ogni caso, più sì che no, comunque.
E allora?
E allora un'ipotesi, e anche qui aspetto che mi si dia un'eventuale opinione (anche non per forza replicando quest'articolo qui su InternetGourmet), potrebbe essere quella di rivedere completamente la formula e presentare non già i vini di un'unica annata (nell'ultimo caso era il 2007), bensì quelli che vanno in commercio nell'anno di riferimento, e dunque se la formula fosse stata questa ci sarebbe stato chi in questo 2011 avrebbe presentato il 2007, chi il 2006, chi il 2005 e chi addirittura un'annata precedente. E in questo caso magari calerebbe l'utilità per la critica più specializzata (che è interessata ad assaggiare anche le prove da vasca), ma potrebbe salire l'interesse della stampa più generalista, dei buyer, degli operatori, dei consumatori e, dunque, dei produttori.
Ma forse mi sbaglio. Anzi, probabilmente mi sbaglio.
Angelo, penso che un evento che proponga le "Anteprime Amarone" delle aziende, libere da vincoli di annata e libere di presentare la "loro" annata in commercio, sia un ottimo primo passo per cambiare la formula attuale.
RispondiEliminaVediamo cosa succede...
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