Angelo Peretti
Avanti, signori: alzi la mano chi ha mai bevuto un Serprino. Urca, com'è che vedo così poche mani alzate? Oh, già, me li sento: "Ser che?". Serprino, accidenti! Ché se lo sa il professor Borin che non conoscete il Serprino, son cavoli amari.
Ora, per chi non se n'intendesse così profondamente delle auctoctonie (esiste il termine autoctonie?) vitivinicole italiche, è bene sapere che il Serprino è un vino bianco (frizzante) che fanno, in pochi pochi pochi, sui Colli Euganei, provincia di Padova, suolo vulcanico, con l'uva serprina. E il professor Borin, al secolo Gianni, enologo in Monticelli di Monselice, dice che la serprina è l'uva "progenitrice del prosecco", affermazione che, stando all'attendibilità della fonte, tendo a ritenere, appunto, attendibile, e che però andrebbe quanto meno aggiornata ora che, essendo diventato il termine Prosecco indicatore non più d'un vino varietale, bensì d'un vino che ha come riferimento il nome geografico del paesello friulano omonimo, l'uva del prosecco è stata ridenominata glera (e francamente mi pare un po' un guazzabuglio, e mi piace usare 'sto vocabolo - guazzabuglio - così poco alla moda: in genere, oggi, si dice, al suo posto, "casino").
Ora, sui Colli Euganei c'è una doc - una delle duecento e passa d'Italia - che porta il nome, appunto, di Colli Euganei. E siccome in Italia siamo bravi a far tutto tranne che a rispettare il dogma "una denominazione, un vino", anche la doc dei Colli Euganei ha varie sottodenominazioni, Una di queste è il Colli Euganei Serprino, e mi pare che a questo punto il quadro comincia a farsi meno nebuloso.
Qui giova (giova?) autocitarmi, e dunque, da un libro-manuale che ho scritto qualche tempo fa per la Giunti, dico così: "Il Colli Euganei Serprino è la coniugazione padovana del Prosecco. L’inserimento di questa tipologia nella doc euganea, più che una valenza economica, ha avuto un significato culturale, valorizzando un vitigno storico, coltivato per tradizione nella zona. Il Serprino viene ottenuto dalla vinificazione dell’uva di prosecco, che nell’area euganea è conosciuta storicamente proprio con questo strano nome: serprina. Dall’uva serprina si ricava un mosto relativamente zuccherino, da cui si ottiene il vino base, che viene poi fatto rifermentare in autoclave (le bottiglie di Serprino “tranquillo” sono pochissime) per trarne un bianco frizzante, mediamente alcolico, gradevolissimo. Appena lo versate, noterete una briosa spuma bianca. Il colore è paglierino, con eleganti riflessi verdolini. Il profumo è fruttato, il sapore fresco d’acidità ed equilibrato. Naso e bocca sono spesso solleticati da una lieve nota di mandorla verde".
Bene: adesso penso ne sappiate un pochetto di più sulla serprina e sul Serprino. E tutta 'sta storia per dire che ho bevuto - tracannata sarebbe più corretto - con scanzonato piacere (e con testa che alla fine girava un po') una bottiglia - annata 2009 - del Colli Euganei Serprino (frizzante) di casa Borin, e ci ho trovato una mela golden croccante e piacevole, e una freschezza acidula che stava a meraviglia per l'aperitivo e poi per la pasta, e una morbidezza per nulla ruffiana, e una bolla poco accennata (una schiuma) che vien da usare il termine francese petillant, che ti dà gioia. Mica bianco da degustazione, nossignori. Bianco da bere senza farsi tante remore, e senza pensieri. Vino da divertircisi e basta. Bianco da "ombra", come definiscono in certe parti del Veneto il bicchiere che accompagna il disimpegnatissimo conversare nei bar. Vino plebeo, vino da pane e mortadella. Viva la plebe. E la mortadella. E la semplicità.
Sono andato da Borin lo scorso anno ed ho trovato questo affascinante Serprino (ma hai sentito lo Zuan?) per me ad oggi il miglior Seprino dei Colli Euganei....ma perchè piccolissima la lode?
RispondiEliminaIn tutti i casi i colli padovani meritano maggior attenzione, ci sono cose davvero belle attaccate ai pali delle loro vigne, meritano anche una politica migliore, quella si ad oggi è ....piccolissima.
Stefano: piccolissima lode perché è piccolissimo vino, ma sai bene che questo per me - che credo nel vinino - non è un difetto. Anzi!
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