Mauro Pasquali
Il Primitivo per anni è stato usato come “vino da taglio” per irrobustire nel colore e nella gradazione alcuni poveri vini del nord, relegandolo a prodotto di “serie B” buono, tutt’al più, per un consumo locale. Poi sono arrivati i californiani, con il loro zinfandel che ha conosciuto grande fortuna e che, dopo anni, si è scoperto non essere altri che il nostro primitivo. Oggi sono due le zone pugliesi più famose per la produzione di Primitivo: Manduria e Gioia del Colle. I vini di quest’ultima area sono caratterizzati da una maggiore finezza ed eleganza rispetto a quelli prodotti a Manduria: l’altitudine e, quindi, le escursioni termiche contribuiscono ad arricchire aromaticamente questi vini e a renderli meno aggressivi.
Difficile, di primo acchito, capire che questo Polvanera 16 è un Primitivo. Tra l’altro il nome deriva dalla rispettabile gradazione alcolica che lo contraddistingue: un vino che ben s’accompagna ad arrosti e cacciagione.
Al naso ti colpisce con un’esplosione di profumi di frutta sotto spirito, confettura di piccoli frutti neri e note di grafite. In bocca entra dolce e ti avvolge morbido e caldo con eleganza. Il finale è lunghissimo, quasi interminabile.
Un Primitivo davvero sui generis, diverso da quelli cui siamo abituati.
Tre beati faccini :-) :-) :-)
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