Mario Plazio
Da tempo si dibatte su come è o dovrebbe essere il Valpolicella. Un vino che a seconda del momento storico ha cambiato pelle per assecondare le richieste del mercato o le tendenze più in auge. Io ho la mia idea e me la tengo. Vedo il Valpolicella come un vino flessibile, bevibile e godibile (pensiamo ad un buon Beaujolais). Sarebbe a mio avviso un perfetto complemento per la cucina di osteria (o di casa), quella fondata sui piatti di pasta e carne che difficilmente accompagni, giusto per restare in tema, con un Amarone.
La Bandina in questo senso si avvicina pericolosamente a quest’ultimo. È un vino muscolare, concentrato e denso. Va anche detto che, a differenza di etichette simili nel profilo, esibisce un modernismo non fine a sé stesso. Sa restare elegante e fresco, anche se ha una dinamica più sviluppata in ampiezza che in lunghezza.
Un Valpolicella quindi potente e di carattere, che riesce anche ad essere territoriale ed estremamente giovane a quasi dieci anni dalla vendemmia.
Due faccini :-) :-)
il vino deve essere prodotto per essere bevuto e in questi ultimi anni si sono prodotti troppi vini che sono così poco "bevibili".
RispondiEliminaConcordo con l'elogio del vinino.
Concordo, oh, se concordo!
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