Vincenzo Zappalà
Ho a lungo combattuto contro una certa ipocrisia dilagante che accetta supinamente la campagna proibizionistica che si sta abbattendo contro l’alcol e in particolar modo contro il vino. Ho addirittura contattato uno dei massimi fisiologi polmonari del mondo (Mike Hlastala dell’Università di Seattle) per avere conferme scientifiche inoppugnabili della fallacità degli strumenti utilizzati per il controllo della guida in stato di ebbrezza sulle strade. Tuttavia, la scienza oggi non paga e si preferisce ricondurre il tutto a falsi moralismi e a percentuali arbitrarie. Da solo non ho potuto andare oltre, anche se vi erano tutte le prove per costruire e inviare una denuncia alla Magistratura. L’opinione pubblica, stimolata dai “media”, preferisce chiudere un occhio (spesso tutti e due) sulle responsabilità ben maggiori che hanno la velocità, la droga, la stanchezza, gli psicofarmaci, la frustrazione, ecc.
È comunque ora di dire basta a questa Crociata che vede nell’alcol, e in particolare nel vino, il colpevole indiscusso di qualsiasi tragedia avvenga lungo le strade della Penisola. Le tragedie hanno solo due responsabili: o l’alcol (perseguibile) oppure i fenomeni naturali come la nebbia, il vento, il ghiaccio, la pioggia, la neve, sempre e comunque assassini, ma non perseguibili. Tutto il resto non conta.
Ho quindi pensato di scrivere questo libro: "I due volti dell’alcol e una scomoda intrusa…"
Esso vuole fare chiarezza (e sembra che ce ne sia veramente bisogno) sul significato di alcol e sulla sua doppia faccia: quella allegra, distensiva, emozionante del nettare di Bacco e quella maligna, idiota e becera che domina migliaia di intrugli preparati solo e soltanto per aiutare a mandar giù le nefande droghe sintetiche che comandano lo “sballo” da discoteca. Percentuali completamente ingannevoli e manovre attentamente costruite a tavolino vogliono fare di tutte le erbe un fascio, trascurando totalmente le cause maggiori delle tragedie. Il mondo del vino è il più debole e il più colpito. E pensare che esso rappresenta una delle maggiori ricchezze economiche e culturali d’Italia.
Il libro è parlato in prima persona dagli attori principali coinvolti in quest’assalto mediatico: il lievito che dà origine alla fermentazione alcolica, il rum, la coca, il papavero, l’etilometro, le droghe sintetiche, ecc. Essi spiegano ciò che hanno fatto e ciò che fanno; poi lasciano il lettore a riflettere attraverso racconti ironici, sarcastici, commoventi, dolci, duri, accusatori. Alla fine, tornano per fare il punto e per partecipare a una tavola rotonda con l’autore. Senza pietismi, ipocrisie, luoghi comuni, prediche, cercano di dare consigli e di fare alzare le palpebre, troppo spesso chiuse, dei lettori.
Sono stato spesso duro e non ho cercato di nascondermi dietro frasi fatte o luoghi comuni. Mi prendo, quindi, tutta la responsabilità delle accuse e delle asserzioni che ho scagliato sia attraverso dati scientifici sia attraverso l’ironia e il sarcasmo.
È comunque indubbio che tutto il libro sia permeato dalla presenza di un’entità immateriale, ma antica e invincibile: lo spirito del vino, quello vero, quello che può aprire gli animi e aiutare l’essere umano a raggiungere la partecipazione e la comprensione che ancora cerca inutilmente in questo misero granello di sabbia, immerso in un Universo forse troppo vasto per lui.
Anche se sono ormai deluso e pessimista, speriamo che il mio umile contributo possa servire a qualcuno o a qualcosa e che magari smuova qualche scimmietta che non vede, non sente e non parla.
Vincenzo Zappalà
Professore ordinario di Astrofisica,
grande appassionato ed amico del “vero” vino e dei suoi artefici.
Il libro sarà presentato sia a Sorgentedelvino Live (Agazzano, 6 marzo 2011), a Terre di Toscana (Lido di Camaiore, 13-14 marzo 2011) e a Vinitaly (10 aprile 2011).
Vendita internet (pagamento alla consegna) su www.arduinosacco.it.
Guida e alcol possono coesistere, anche se il rischio è innegabilmente presente. Quello che però ho il piacere di constatare è che finalmente va diffondendosi, nei ragazzi più giovani in particolare, la pratica a non associare le due pratiche utilizzando o mezzi alternativi o evitando l'utilizzo di alcolici. Questa cultura ci vede nettamente in ritardo rispetto a molti paesi europei, Inghilterra in primis. Affermare che ci siano tante altre concause di sinistri è fuori discussione, quello che è sbagliato è metterli in gara tra loro. Non c'è nulla di idiota e becero nella pratica di bere alcolici in discoteca, e, soprattutto, il farlo non è propedeutico all'assunzione di droghe. Anche qui forse bisognerebbe chiedersi se non ci sia una campagna di disinformazione mediatica, se gli eccessi dei media non sottolineino sempre e soltanto i comportamenti devianti di una minoranza, trascurando e mettendo in ombra i comportamenti virtuosi della maggioranza.
RispondiEliminaQuello che è certo è che la repressione di alcuni costumi può essere giusta se supportata da politiche attive "del fare" e di riduzione del danno, cosa che il legislatore attuale sembra avere completamente dimenticato.
leggerò con piacere il suo libro.
grazie Leonardo.
RispondiEliminaCondivido molto di quanto dici, ma non sarei così convinto di ciò che avviene normalmente nelle discoteche, dopo che una grande maggioranza di giovani si "ciba" della trasmissioni televisive che gli vengono regalate a iosa sui piccoli schermi. temo che la cultura dello "sballo" sia molto radicata e che l'alcol difficilemnte venga visto come uno spunto di meditazione, di semplice allegria, di momento anche culturale...
Se è come dici tu sarei molto contento, ma certo lo Stato e i mezzi di comunicazione poco aiutano. Sicuramente i metodi proibizionistici basati anche su strumenti inadeguati non lo fanno di certo!
Vincenzo non essere deluso ... la tua battaglia è giusta e anche se i risultati sono lontani da vedersi non demordere che tantissimi sono d'accordo con te, anche se molto spesso troppo "silenziosamente".
RispondiEliminaUn amichevole abbraccio
Grazie Giordano!! E' un piacere sentirti e spero che presto riesca anche a ... incontrarvi. Sì hai ragione, ma ogni tanto ti prende il nervoso. E, comunque, ho preferito lottare di meno e mettere le idee su carta. Magari rimangono più impresse... Staremo a vedere. A presto e un abbraccio a tutti voi!!!
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