Angelo Peretti
Già due volte, nelle ultime settimane, mi sono soffermato sul concetto del genius loci, mutuato dall'architettura, ma a mio avviso assolutamente calzante anche con l'ambito del vino, contribuendo a dare più completa definizione all'idea francese di terroir ed anzi a tratti superandola. Ne ho parlato in relazione ad un bellissimo librino di Francesco Bevilacqua ed al pensiero di Eugenio Turri.Torno in argomento perché il volumetto di Bevilacqua mi ha fatto riprendere in mano un sacro testo qual è il "Genius Loci", appunto, di Christian Norberg-Schultz. Un libro di architettura. Strettamente di architettura. Epperò anche una delle opere fondanti per chi voglia avvicinare quell'idea di paesaggio che viene spiegata con la concettualità del genius loci. E dunque assolutamente da leggere, anche se non ci si occupa di architettura.
Mi son trovato a sfogliare nuovamente quel libro, perché l'autore vi esprime una convinzione che è ben sintetizzata da Bevilacqua con queste parole: "Per Norbert-Schultz, il Genius Loci è quel significato profondo del luogo che è iscritto nella sua essenza e che l'architettura deve tendere a realizzare senza stravolgere". Ecco, credo che questo sia esattamente quanto deve fare anche un vigneron, se vuol davvero cercare di realizzare un vino di terroir: scoprire il significato profondo del luogo in cui fa crescere e fruttificare la vigna, perché quel significato è già iscritto nel luogo in cui vive la vigna e vive il vignaiolo, e dunque è quel significato che, senza stravolgerlo, dovrebbe trovare concretizzazione nel vino che viene tratto dalla vigna".
Mi sono appuntato sul desktop parecchi mesi fa un brevissimo, illuminante passaggio del volume di Norbert-Schultz, quello in cui afferma che “luogo” significa qualcosa di più che una localizzazione. Ecco, sono esattamente d'accordo. Purtroppo, chi del vino ha una visione razionalistica - ed è una visione assolutamente maggioritaria nella realtà italiana - tende a confondere il "luogo" con la sua localizzazione fisica. Ma il "luogo" è altro: è umanesimo diffuso, è ambiente, è cultura, è sentimento, è sacralità. Questo vorrei trovare, almeno in parte, dentro al bicchiere che bevo.