Mauro Pasquali
E perché, si è domandato Stefano Menti, non cimentarsi con una Garganega “sur lie” o, meglio, “sui lieviti”, come ama chiamarla lui? Tra il dire e il fare c’è di mezzo un anno. Un anno che ha permesso di migliorare e affinare la tecnica, con un bel lavoro di squadra con il padre Giovanni, che firma anche la bottiglia. Non che la versione 2009 non fosse valida, per carità, tant’è che di bottiglie dell’anno passato in cantina non ce n’è traccia, complici, oltre alla qualità del prodotto, un prezzo decisamente interessante e un mercato sicuramente ben disposto verso questa tipologia di vino.
Oggi, all’uscita dell’annata 2010, colgo l’opportunità di assaggiare questa Garganega. Un vino ideale per l’estate, grazie alla bella acidità e freschezza e alla piacevole rifermentazione causata dalla sapiente aggiunta di una piccola dose di mosto di Recioto di Gambellara. Gli zuccheri e i lieviti, presenti naturalmente nel mosto, provocano la rifermentazione in bottiglia. Pétillant direbbero i francesi, frizzante lo chiamiamo noi italiani, ché la pressione in bar in bottiglia non supera i 2,5 e per legge non lo si può definire spumante. Ma tant’è: all’atto di versarlo nel bicchiere ti sorprende per la sua spuma compatta e persistente, per il perlage fine, considerata la tipologia di vino, tanto che potresti scambiarlo tranquillamente per un metodo charmat, non fosse per la naturale torbidità dovuta ai residui di lieviti. Al naso balzano evidenti le note agrumate e i sentori minerali classici della garganega. Una bocca pulita e sapida con una bella lunghezza rendono piacevole la beva di un vino che sarà indubbio compagno di molte serate estive.
Un vino non impegnativo ma, proprio per questo da apprezzare anche da solo, come aperitivo, bella alternativa a più famosi e modaioli vini.
Due beati faccini :-) :-)
Nessun commento:
Posta un commento