Mario Plazio
Considero il Verdicchio uno dei più grandi bianchi italiani, e aggiungo che ha ancora dei margini di miglioramento importanti. Tra i produttori un posto del tutto particolare lo occupa la Fattoria Coroncino, emanazione di quell’autentico personaggio che è Lucio Canestrari.
Lucio appartiene alla categoria dei produttori biologici, ma con giudizio. Nel senso che non rivendica alcuna appartenenza, non segue alcuna filosofia o sentiero battuto. Da molti anni non concima e non utilizza fitofarmaci. Il vino viene trattato il meno possibile, in particolare la solforosa è ai minimi livelli per garantire un prodotto digeribile e sano.
Il Bacco è il vino base dell’azienda, un “vino schiavo” nella definizione dell’estroverso Lucio, nel senso che è un grande vino quotidiano che si può anche trasformare in vino delle grandi occasioni o piegarsi ai più diversi abbinamenti.
È interessante verificare l’evoluzione del Bacco nel millesimo 2002, ricordando che non è il prodotto più longevo della cantina.
L’evoluzione è evidente dal colore, di un oro carico ma brillante. Le note mature sono quelle di limone confit, cera d’api, miele di castagno e zolfo (non solforosa). La progressione non è delle migliori, il vino si sviluppa soprattutto nella prima parte, per denunciare qualche carenza nel finale. Probabilmente si tratta di una bottiglia poco fortunata, a momenti c’è un lieve sospetto di tappo in agguato. Complessivamente però va ricordato il prezzo veramente conveniente in cantina e la destinazione del vino, per cui tutto sommato non ci possiamo lamentare di una bottiglia che a otto anni di vita non è spenta e riesce a fornire ancora una buona gradevolezza.
Un faccino e mezzo :-)
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