9 maggio 2011

Se la Fivi imbraccia l'arma della concretezza

Angelo Peretti
Ecco, se la Fivi è questa, se imbraccia la concretezza come arma, allora ci siamo. Mi riferisco alla lettera che Matilde Poggi, vicepresidente della Federazione italiana dei vignaioli indipendenti, ha scritto a Giancarlo Gariglio in risposta a un suo intervento sul sito di Slowine.
Giancarlo si chiedeva del perché i vignaioli fossero così lontani dalla politica. Scriveva: "Nessuno osa alzare la manina... Divisi, stremati, alcune volte arroccati in difesa di incomprensibili atteggiamenti snobbistici (il bio l'ho inventato io e gli altri mi copiano per speculare): i vignaioli rischiano l'estinzione dall'agenda politica del paese. Rappresentano una delle voci più importanti del nostro bilancio (agricolo e turistico), ma non sono capaci di far valere i propri diritti. Troppo prime donne per sporcarsi le mani e dare vita a un movimento forte che sappia parlare la stessa lingua a un pubblico più ampio e diverso dai quattro gatti che frequentano tutte le fiere di settore".
La risposta di Matilde è, come dicevo, all'insegna della più assoluta concretezza: niente proclami, ma fatti. Ed elenca le piccole-grandi battaglie della quotidianità vitivinicola che la Fivi sta - finalmente, mi vien da aggiungere - affrontando. "A breve - dice - partirà una lettera indirizzata a tutti gli europarlamentari che si occupano di agricoltura in cui presenteremo le nostre istanze".
Quali istanze?
La prima: "Siamo contrari alla liberalizzazione degli impianti, contestiamo l’indirizzo della commissione europea che ci vuole schiacciare sulle ragioni della grande industria".
La seconda: "Da tempo si parla dell’inserimento degli allergeni in etichetta: abbiamo chiesto che venga effettuato uno studio da cui risulti l’effettiva presenza nel vino di queste sostanze, normalmente utilizzate solo come chiarificanti poi allontanati con il travaso".
La terza: "Abbiamo preso posizione sul dossier etichettatura dei vini riguardo l’indicazione dei fattori nutrizionali in etichetta".
La quarta: "Siamo l’unica associazione agricola europea ad avere preso posizione sul dossier relativo alle emissioni di Co2 dei trattori: si è chiesto alle case produttrici di ridurre le emissioni e loro hanno risposto che questo è possibile solo facendo trattori più grandi. La commissione quindi stava valutando quanto potrebbe costare cambiare i sesti d’impianto…"
La quinta: "Abbiamo presentato un’istanza alle Commissioni Ambiente e Agricoltura affinché non venga inclusa la solforosa nell’elenco di prodotti biocidi che verranno proibiti, impedendo così il suo utilizzo in cantina come sanitizzante per la disinfezione dei fusti".
La sesta: "Sosteniamo il progetto Winenviroment per il recupero delle acque di vinificazione e filtrazione".
La settima: "Stiamo predisponendo un dossier sull’etilometro per verificare la sua attendibilità come strumento di controllo del tasso alcolemico".
Fatti, non proclami. Del resto, i vignaioli, quelli veri, badano al sodo. I politici, quelli in genere hanno in mente ben altre concretezze, che con la quotidianità della gente che lavora hanno poco a che fare.

2 commenti:

  1. Aggiungo che probabilmente - dovrebbe confermare a giorni - Agostino Charrere sarà presente a Vinix Unplugged Unconference proprio su questi temi.

    Ci sarai tu Angelo?


    Ciao, Fil.

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  2. Scusate il refuso, Costantino, non Agostino :)

    Fil.

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