Angelo Peretti
Prime impressioni sull'Anteprima dell'Amarone 2006, apertasi oggi a Verona, in Fiera. Dei flash buttati giù al volo.
Stefano Accordini, enologo della Cantina sociale della Valpolicella e leader dell'Assoenologi del Veneto, ha ricordato che la vendemmia del 2006 avvenne con leggerissimo anticipo - 3-4 giorni soltanto - rispetto all'anno prima. E che per tutta la vendemmia ci fu "tempo caldo, asciutto e ventilato, ideale sia per le operazioni vendemmiali che per la conduzione dell'appassimento". Nell'uva, a fine appassimento, c'era una concentrazione piuttosto alta di zuccheri: valori attorno a quelli del caldissimo 2003. I tannini erano anch'essi "maturi". Ed era bassa l'acidità, e come contraltare, ovviamente, era elevato il ph. E ci furono, in appassimento, positivi, ancorché moderati contributi di botrytis, la muffa che vien detta nobile.
Che significa questo per chi il vino lo beve? Che lo si può trovare, il vino, tendenzialmente abbastanza dolce (zuccheri elevati) o abbastanza alcolico (zuccheri trasformati in alcol), tant'è che, mediamente, i 66 vini in degustazione all'Anteprima hanno un residuo di zuccheri di 7,50 grammi per litro (con punte di 11,41) e poi 15,81 gradi di alcol, che non è certo poco. In più, la botrite ha favorito lo sviluppo di glicerine, e questo vuol dire avere un ulteriore apporto in termini di morbidezza. E se non fosse abbastanza, il fatto che le condizioni climatiche abbiano concesso una spontanea e quasi completa fermentazione malolattica vuol dire che si ha un bel po' di acido lattico, che dà anch'esso sensazioni di morbidezza. E l'identico discorso - relativamente alla morbidezza, intendo - vale per il ph elevato. Ed altrettanto dicasi per la bassa acidità, che facendo venir meno la percezione della freschezza, tende ad esaltare tattilmente l'impressione del velluto, della setosità. Ed è di velluto o di seta anche il tannino maturo, morbido pur'esso pertanto. Insomma, condizioni che vanno tutte quante, ineluttabilmente (se mi piace, quest'avverbio...) nella stessa direzione. E che potevano condurre ad aver nel bicchiere vini quasi stucchevoli.
I 66 vini li ho tastati tutti. Che impressione ne ho avuto? Che è andata meglio di quanto mi aspettassi. Nel senso che cerco di spiegare qui sotto.
Intanto, e mi pare la cosa più importante da dire, ho trovato un'ulteriore crescita enologica del comparto amaronista della Valpolicella. Solo tre vini mi si son presentati più o meno ossidativi, ed è una percentuale davvero minimale. Il che non vuol dire necessariamente avere "grandi" vini, ma significa più semplicemente - ma non è piccola cosa - avere vini corretti.
Poi ho trovato - devo riconoscerlo - meno stucchevolezze rispetto al passato, e il rischio per i 2006 era invece esattamente l'opposto, visti gli esiti di quella vendemmia. Insomma: vini che puntavano a volte un po' più verso l'Amarone della tradizione e un po' meno verso le marmellate reciotate di stile internazionale. Ribadisco e sottolineo: a volte un po' più da una parte e un po' meno dall'altra, mica tutto da una parte. Ma la via intrapresa è interessante, e se fosse confermata anche il prossimo anno dall'Amarone del 2007 (potenzialmente una grand'annata), ne sarei davvero lieto.
Terzo: tannini ed alcol un po' meno radicali che non nel recente passato. Certo, 'sti vini le palestre tendono ancora a frequentarle, ma i produttori mi pare abbiano cominciato a capire che i muscoli non sono tutto (anzi). La finezza è invece il segreto del buon vino.
Quarto: qualcheduno fra gli Amaroni del 2006 m'ha favorevolmente stupito per una beva ritrovata. Non tutti, non tantissimi. Ma insomma, ha cominciato a far di nuovo capolino qualche Amarone fatto assolutamente per stare in tavola, mica principalmente per esser degustato davanti al caminetto (e chi ce l'ha più, nelle case moderne di città, quel benedetto caminetto? e anche chi ce l'ha, quando lo trova il tempo per mettercisi davanti in santa pace con un bicchier di vino in mano? in tavola deve stare il vino, in tavola!).
Che dire: sarò un inguaribile ottimista, ma 'sto 2006 mi ha un po' confortato, così come m'aveva lasciato qualche dubbio il 2005. Ripeto: la prova del fuoco sarà il 2007, l'anno che viene, ché è stata quella annata di sicuro interesse. E dunque vedremo.
Ultima annotazione, ma essenziale, ritengo, per chi ami comprar vino e metterselo in cantinetta: l'Amarone del 2006 non è generalmente fatto per invecchiare. La scarsa acidità (e il ph alto) non aiutano. Ed è dunque vino tendenzialmente pronto da bere molto presto. Orizzonte temporale della maturità sui tre-cinque anni, direi. Lo si tenga presente, così come si tenga presente che gran parte dei vini che son stati messi in assaggio all'Anteprima uscirà comunque sul mercato solo dopo l'estate, e più spesso ad autunno inoltrato.
Finisco con qualche riga dedicata ad uno dei 66 vini tastati. Quello che più m'ha impressionato per la sua capacità di raccontare l'annata. Un benchmark del 2006, un punto di riferimento della stagione, della vendemmia così come l'ha raccontata Accordini a una sala gremita di giornalisti e blogger di mezzo mondo. Un Amarone ancora in vasca, e dunque da riprovare quando sarà in bottiglia. Ma già da ora da tenere bene annotato, a mio avviso.
Il resto lo scriverò nelle prossime ore. Intanto, contentatevi. E dei vini già in bottiglia parlerò in un altro intervento.
Amarone Classico da botte 2006 Terre di Leone
Floreale e fruttato al naso, elegantemente attraente. In bocca è setoso più che vellutato. Morbido senza essere stucchevole. La dolcezza si innerva di vene speziate piuttosto evidenti, con la cannella in rilievo. Dolce e speziato, dunque, e con tracce di cioccolato al latte. Morbido, dicevo, ma bevibile, ed è bella cosa. Dattero e carruba. Tabacco dolce da pipa. Nel bicchiere cresce ed evolve. Vino rilassato e rilassante. Se il 2006 è come l'ha descritto Accordini, questo è un Amarone del 2006 senz'alcun dubbio. Me ne prenderei una bottiglia.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Ciao Angelo, perfettamente d'accordo sull'amarone di Terre di leone in piu aggiungerei una nota importante sul colore, finalmente un amarone vero non quelle cose strane,quasi fluorescenti, che nulla centrano con la corvina. Silvio
RispondiEliminaPerfettamente d'accordo anche sul colore. Un Amarone che, in tutto, ricorda molto la corvina.
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