19 gennaio 2010

Riso amaro

di Mauro Pasquali
È proprio vero che non bisogna mai abbassare la guardia! Abbiamo appena fatto in tempo a portare a casa una legge (finalmente) degna di questo nome sull'etichettatura dell'olio d'oliva e la tutela del consumatore, che lo stesso problema ci si ripresenta, quasi identico, con il riso.
Un disegno di legge, a primo firmatario Roberto Rosso, deputato torinese del Pdl, ma che ha già ottenuto alla Camera dei Deputati il voto favorevole o l'astensione di tutti i gruppi politici, prevede che, a causa dell'aggiornamento delle norme sull’etichettatura del riso, sarà possibile di non indicare con esattezza la varietà (vialone nano, carnaroli, arborio, ecc.) e l'origine del riso contenuto nel pacchetto, ma solamente la sua granulometria, cioè le sue dimensioni, e le sue caratteristiche biomediche. Non importa, quindi, la varietà della pianta da cui è nato il riso, ma quanto grande o perfetto è il chicco.
Un grande assist all’industria e ai grandi confezionatori e commercianti, che potranno utilizzare riso di qualità inferiore e, magari, proveniente dai paesi asiatici, al posto di prodotti qualitativamente superiori ma più costosi da produrre. Facciamo un esempio: se questo legge passasse anche in Senato, sarà possibile vendere confezioni di riso non già contenenti un'unica varietà, come oggi avviene, bensì inserire in un’unica confezione varietà similari per caratteristiche e parametri biomedici, per esempio raggruppare l'eccellente carnaroli (più costoso da produrre) con il karnak, varietà simile, più coltivata, ma meno pregiata e con scarso valore in cucina.
Un grande passo indietro per le garanzie ai consumatori e la difesa della rintracciabilità dei prodotti italiani.
Ancora una volta, con l'alibi di recepire direttive comunitarie (ricordate il caso delle banane o delle carote e della loro pezzatura minima imposta per legge? Come se la qualità di un prodotto si misurasse in centimetri!) si cerca di far passare una legge che va in direzione diametralmente opposto alla tutela della biodiversità e della qualità dei prodotti agroalimentari.

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