Angelo Peretti
Questo non è un articolo, ma una lettera aperta indirizzata a chi, per lavoro o per forza, organizza convegni dedicati al vino. Lo so - anche per esperienza diretta - che è difficile, tanto difficile, riempire oggi una sala in cui si svolga un convegno. Non funzionano (quasi più) questi incontri fiume con tot relatori che dicono la loro. E sono spesso noiosissimi. Ma vi garantisco - cari organizzatori - che una mano ve la do, solidarizzando con voi. Verrò a un convegno ogni tre, così avrete una seggiola occupata in più, ma a una precisa condizione: che non mettiate più nella scaletta interventi medici o paramedici dedicati a "vino e salute".
Dobbiamo smetterla di voler dimostrare a tutti i costi che "il vino fa bene". Sarà anche vero, ma è controproducente. Ogni volta che noi che amiamo il vino facciamo una sottolineatura del genere finiamo per scatenare nei proibizionisti reazioni uguali e contrarie - o meglio, contrarie e disuguali, perché oggi van di moda loro, gli anti-vino, ed hanno titoloni a tutto spiano.
Eppoi quelli che ci si scatenano contro han gioco facile: "Il vino contiene alcol e l'alcol è comunque una sostanza tossica", sostengono, ed evocano agghiaccianti scene di incidenti causati da delinquenti fatti di alcol. Poco importa, a loro, se quelli si erano sballati d'altri alcolici: "Il vino contiene comunque alcol", sostengono. Ancora meno importa se di mezzo c'era un criminale mix di alcol e droghe. Comunque vada, di fronte alla loro campagna demagogica noi abbiamo perso il confronto.
I tempi in cui le vendite galoppavano sull'onda della suggestione del French paradox e delle proprietà salutistiche del vino son finiti: se la mettano via, i produttori. Oggi va in scena la recita contraria, e dunque smettiamola, ché sennò ci facciamo del male.
Eppure si continua. L'ho sentito pochi giorni fa nell'ennesimo convegno. Col relatore che spiega, come non l'avessimo già sentito mille e più volte, che il vino contiene antiossidanti (ma li contiene, e di più, anche l'olio) e che un bicchiere al pasto preserva dalle malattie cardiocircolatorie, neuroendocrine, gastroenteriche, tumorali. Notizie già pervenute chissà quante volte. Saranno anche vere, ripeto, ma non fanno più leva. "Il vino allunga la vita" dicono i pro-vino. "No, il vino la accorcia" urlano gli anti-vino. E siamo daccapo, perché sui giornali, oggi, finiscono i secondi: si vende di più prendendo la loro posizione.
Io il vino lo bevo, ovvio. E non me ne frega proprio niente che mi prevenga da tutte quelle rogne lì, perché facciamo un po' tutti una vita che non basta un bicchier di vino a salvarci. Dal vino voglio altro. Voglio il piacere. La piacevolezza della tavola, della chiacchiera, della storia, della cultura, del territorio, della personalità d'un produttore che esprime sé stesso e il proprio pensiero e la propria terra dentro a una bottiglia. Voglio, insomma, trovarci dei valori. E quando lo bevo, ne bevo più di un bicchiere: lo so, sono incorreggibile. Ma non credo con questo né di allungarmi, né di accorciarmi la vita. Nonno Piero di vino ne beveva parecchio di più di un bicchiere al giorno ed è morto a novanta e passa anni. Di crepacuore, perché pochi mesi prima era arrivata al capolinea nonna Rosi. Sarò anche zotico, ma mi basta questo. Mi basta sapere che il sentimento viene prima.
Bravo Angelo ... tu dici che non è un articolo io lo considero un manifesto, in positivo intendo; quando ci vuole ci vuole.
RispondiEliminacome dicevo ieri si costruiscono belle cantine e non si guarda oltre la collina
Assolutamente d'accordo. Ho una personale teoria - che poi collima con quella del prof. Alberto Bertelli - a proposito di questo sbilanciamento mediatico verso gli anti-vino, ma la tengo per me.
RispondiEliminaE se abolissimo i convegni tout court?
L.
@Lizzy. Se abolissimo i convegni, molti nostri colleghi farebbero la fame.
RispondiElimina