9 settembre 2010

Quel Prosecco fatto in Australia

Angelo Peretti
Dal Zotto è cognome tipicamente veneto. Vicentino, soprattutto, da quanto leggo sul web. Ma anche trevigiano e bellunese, da quanto ne so.
I veneti, si sa, han patito la fame prima che prendesse forma e avesse successo il loro modello economico basato sulla piccola e media impresa e sui distretti produttivi. Prima che arrivasse l'era degli schèi, che non è arrivata mica tanto tempo fa. E dunque prima - almeno fino a tutti gli anni Sessanta - i veneti emigravano, in cerca di sopravvivenza: Svizzera, Germania, Belgio, America, Argentina, Brasile, Australia.
In Australia sono arrivati dei Dal Zotto. E si sono messi a far vino. Family, tradition, innovation è il motto di Dal Zotto Wines: potrebbe essere il call out della pubblicità di una qualunque azienda agricola venetica. E infatti fanno vino veneto. Fanno Prosecco. Anzi, ne fanno due. Uno col metodo charmat, l'altro col metodo champenoise. Già, in Australia. A Whitfield, in King Valley, nel distretto di Victoria.
Del resto, le radici sono le radici, e Ottorino Dal Zotto in Australia c'è arrivato nel 1967 dal suo paese natale: Valdobbiadene. La tradizione prosecchista ce l'aveva nelle vene, evidentemente. E magari c'è anche un po' di nostalgia: la foto di Valdobbiadene campeggia sulla pagina web che parla della storia familiare.
Che poi, se mi mettessero davanti una loro bottiglia - che, a scanso d'equivoci, ho per ora visto solo in fotografia, e dunque non ho tastato il vino - farei fatica a non prenderla per una boccia di Prosecco trevigiano. Il nome, dicevo, c'è tutto: Dal Zotto mi suona familiarissimo, a me che son veneto. Prosecco è Prosecco, ci mancherebbe! Lo charmat, poi, si chiama Pucino, e una sorta di leggenda enoica vorrebbe vedere appunto nel vino Pucinum dei tempi di Roma imperiale l'antenato dell'attuale Prosecco. Eppoi c'è il colpo da maestro: una fascetta incollata a cavallo del tappo, che somiglia terribilmente alla fascetta della docg prosecchista.
Sul sito internet aziendale scrivono così: "A particular source of pride is the release of Dal Zotto Prosecco – this light dry Italian sparkling wine is the first ever in Australian winemaking history", e vale dire che "una particolare fonte d'orgoglio è la realizzazione del Prosecco dal Zotto - questo leggero spumante dry italiano è il primo ad essere mai stato prodotto nella storia vinicola australiana". Insomma: si fa Prosecco "italiano".
O meglio, dicevo, se ne fanno due.
Il Prosecco Pucino (18,50 dollari australiani) "è fatto col 100% di uva di prosecco coltivata direttamente" ed "è prodotto usando il metodo convenzionale italiano charmat". Si formula anche il consiglio di consumo, e la frase potrebbe esser fatta propria dal Consorzio di Valdobbiadene: "To be enjoyed in the Italian manner – at anytime", e cioè "da godere alla maniera italiana - in qualunque momento".
Anche il Prosecco L'Immigrante (36 dollari australiani) è fatto con uve dell'azienda, ma "è in qualche modo non tradizionale perché è prodotto con il metodo champenoise e non con quello convenzionale italiano dello charmat".
Dunque, c'è del Prosecco Valdobbiadene style in Australia. Xé 'à globalisasión, òstrega!

8 commenti:

  1. GIORDANO - info@t-studio.it9 settembre 2010 alle ore 14:40

    Proprio così, da noi con i vitigni internazionali sarà sempre più dura; lo sarà a breve anche per il Prosecco (mi dicono di nuovi e importanti, come estensione, impianti di Glera anche dalle nostre parti). Qualche sera fà un mio amico mi ha raccontato che era in Australia ad agosto e, durante un trasferimento, ha fatto una sosta in una azienda agricola perchè stavano vendemmiando lo chardonnay. Orbene .... 4 vendemmiatrici (macchine intendo non donne)che partivano all'inizio di un filare alla mattina e si fermavano alla sera senza aver raggiunto l'altro capo del filare !! .... c'è da meditare

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  2. GIORDANO - info@t-studio.it9 settembre 2010 alle ore 14:45

    Rettifico ... in Australia a febbraio .... ad agosto era il secondo viaggio

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  3. Ma ora che la tutela del nome Prosecco è legata alla menzione geografica ( Prosecco - TS) ed abbiamo la grande DOC veneto fiulana e le due DOCG... può un produttore estero scrivere Prosecco sull' etichetta o, come vedo ( con la lente d'ingrandimento) su una "simil fascetta di Stato"?
    Fuor d'Italia non c'è tutela sul nome?

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  4. @Maria Grazia. Le norme europee valgono in Europa. L'Australia fa da sé, salvo accordi bilaterali. Unica eccezione è che il Prosecco made in Australia non può essere commercializzato in Europa. Ma a loro che gliene importa?

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  5. me ne parlava pochi giorni fa il mio importatore australiano! il bello, anzi , il brutto della storia è che probabilmente non possiamo farci niente....
    Luca

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  6. @Luca. No, credo non ci si possa fare niente.

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  7. Si può sempre proporre questo Dal Zotto per il Cavalierato del Lavoro 2011, no? Dopo l'italo-australiano delle mozzaraelle e del provolone...

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  8. Esatto, Francesco: mi sa che qualche mente brillante potrebbe pensaarci, prima o poi, Tanto ormai sembra andar di moda premiare chi fa il made in Italy al di fuori dell'Italia. Pensa che c'è stato anche chi, in un recente convegno, ha spiegato che, poiché non si può esportare la finocchiona negli Stati Uniti, se là si trova qualcuno che la fa secondo la "ricetta" italiana sarebbe giusto dargli il marchio made in Italy. A questo punto, Dal Zotto ne avrebbe maggiormente titolo...

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