Angelo PerettiPerplimere è un verbo che non esiste nei vocabolari. Viene dalla televisione. Epperò
se ne occupa anche l'Accademia della Crusca. E dunque non posso utilizzarlo anch'io? Dico allora che mi perplime la piega che ha preso il dibattito
sul "mio" vinino. Mi lascia perplesso, insomma. Neologismo per neologismo, perplimere ci può state se si parla di vinini.
Chi ha la bontà di seguirmi, saprà che a Vinitaly s'è svolto
un convegno in qualche modo co-prodotto da Santa Margherita (l'azienda vinicola) e me. Lorenzo Biscontin, che di Santa Margherita è responsabile marketing, ha illustrato in sintesi i risultati di un'indagine che una primaria società di ricerca ha condotto sul tema, appunto, del vinino. E ne tratto
il giudizio che il termine "vinino" abbia un'interpretazione negativa. Che non funzioni, insomma, e che dunque occorra trovare un'altra definzione. Perché anche dopo sollecitazione il 43,3% degli intervistati non si è convertito alla bontà del termine.
Dico che ha ragione. E che ha torto. Dipende da come si guarda la faccenda. Come quando c'è un bicchiere a metà: chi lo vede mezzo pieno, chi mezzo vuoto.
Ha ragione perché il dato di sopra, di per sé, è chiaro.
Ha torto se si considera che la definizione di vinino è appena nata e non ha avuto battage pubblicitario, se non il tam tam di alcuni blog. E questo tam tam ha portato a far sì che il 21,5% degli intervistati avesse già sentito parlare dei vinini. Il 21,5% dico! Attenzione: come ha sottolineato Biscontin, conoscenza non significa per forza gradimento. Però se mi avessero detto che saremmo arrivati a una simile percentuale mi sarei messo a ridere. Fin qui ho considerato il web un buon incubatoio di idee. Vuoi vedere che invece è più potente di quanto io sia disposto a credere? Arrivare a una conoscenza del 21 e passa per cento è un sogno anche per marchi affermatissimi. Lanciato solo sul web da pochi blog, il vinino è arrivato a un risultato impensabile. E, permettete, il bicchiere in questo caso comincia a tornare verso il pieno.
Lorenzo Biscontin ha poi sottolineato come, a suo parere, vi sia una evidente decodifica negativa del termine vinino: il 16,3% lo identifica spontaneamente come un vino di bassa qualità, l'11,8% come un vino economico, il 19,6% come un vino leggero. E c'è anche confusione: per il 10,6% del campione fa riferimento a vini in bottigli di piccolo formato. Il bicchiere va verso il mezzo vuoto.
Anche dopo una più completa spiegazione del termine, si diceva, la percezione negativa del termine "vinino" resta alta: (43,3%). Ma i positivi sono comunque il 30,9%, e c'è una fetta del 25,8% di indecisi da convincere. La maggioranza non dice no a priori, insomma, se il bicchiere si volesse vederlo mezzo pieno.
A questo punto gli intervistatori, durante il test, si sono scoperti, e hanno spiegato questo agli interrogati: "La definizione 'vinini' è stata coniata di recente per indicare i vini meno impegnativi e di facile bevibilità. Sono vini 'quotidiani', che si possono bere spesso in quanto piacevoli, con gradazione alcolica non eccessiva e prezzi più accessibili. Si contrappongono ai cosiddetti 'vinoni', ovvero a vini piuttosto impegnativi, in quanto più strutturati, corposi e complessi". Domandando se a questo punto, spiegato l'arcano, trovassero il termine vinino adatto o meno alla bisogna. Esito: più o meno adatto per il 51,7%, così così per il 23,7%, più o meno non adatto per il 24,5%. Però con variazioni significative fra chi aveva espresso precedentemente un giudizio positivo o negativo sulla tipologia di vino. Fra i positivi di prima, il 76% è d'accordo sulla bontà della definizione. Ed anche il 37,5% di chi aveva dato un giudizio negativo trova comunque la definzione adatta 37,5%, mentre è incerto il 25,6% (e non è poco, se pensiamo che si tratta di gente che il vinino non lo gradisce da bere) E qui il bicchiere a mio avviso va decisamente verso il mezzo pieno.
Nuova domanda: "Volendo usare la definizione di cui abbiamo parlato finora, Lei personalmente quanto direbbe di gradire i cosiddetti vinini?" Esito: molto e abbastanza 42,7%, così così 25,6%, poco o per niente 31,7%.
Bisogna rifletterci.
Chiudo con l'ultima domanda: in che momenti eventualmente berli, i vinini? A casa, per accompagnare i pasti di ogni giorno per il 34,1%, in compagnia nelle serate con amici per il 21,8%, fuori casa quando si beve l'aperitivo al bar per il 17,1%. Accidenti: ma questo è proprio il posizionamento del vinino!
Adesso, non so più se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma mi pongo un problema: non è che per verificare se è metà di qui o metà di là si perde di vista il bicchiere nel suo assieme?