Angelo Peretti
Il titolo è ripreso pari pari da un post di Franco Ziliani sul suo Vino al Vino. Perché qui voglio rilanciare la sua provocatoria proposta: mettere in scena una clamorosa protesta contro l'uso indiscriminato dell'etilometro, utilizzato quasi sempre come strumento repressivo piuttosto che come mezzo educativo. E si tratta oltretutto di uno strumento su cui circolano insistenti sospetti di inaffidabilità.
In cosa consiste la protesta? Lo spiego con le parole di Ziliani: "Un gesto semplicissimo: uscire dal Vinitaly e presentarci in massa, a piedi, perché non essendo ancora saliti nelle nostre auto non ci possono accusare di aver compiuto alcun reato, dai vigili e dalle forze di polizia che si trovano fuori dall’ente fieristico, autodenunciandoci di aver superato i limiti dei consumi di vino consentiti e pretendendo, in massa, di essere sottoposti ai controlli dell’etilometro. Facciamolo in cento, cinquecento, mille, e ancora di più e se necessario presentiamoci in massa, arrivandoci a piedi o in autobus, al comando dei vigili urbani di Verona in via del Pontiere, a quello della Polizia Stradale in Lungadige Galtarossa, convochiamo i cronisti dell’Arena di Verona e dei principali quotidiani e delle televisioni, solleviamo il caso, facendo clamorosamente risaltare l’ipocrisia di una situazione paradossale che autorizza di fatto l’infrazione ed il reato di massa. Questo perché sarebbe letteralmente impossibile controllare le migliaia di visitatori che usciti dal Vinitaly salgono sulle loro auto, perché si sa perfettamente – e si fa finta di non sapere – che tantissimi di loro non sono in regola. Un gesto clamoroso, una protesta plateale, spettacolare. Forse il modo migliore, in quella che per cinque giorni è la capitale del mondo del vino italiano, per sollevare un problema, quello della schiavitù da etilometro, degli eccessi di severità da etilometro, lo ripeto, del “terrorismo” da etilometro, dell’ingiusta criminalizzazione di chi, in fondo, non fa altro che bere due o tre bicchieri di vino a tavola, mangiando, che non può davvero più essere ignorato.
E che in occasione della vetrina del Vinitaly finirebbe per diventare un argomento da prima pagina… Cosa ne dite? Se siete favorevoli e disponibili a partecipare a questa protesta civile contattatemi a questo indirizzo di posta elettronica".
Fin qui le parole di Ziliani, che vi invito a contattare se siete interessati a dar man forte all'iniziativa.
Per parte mia, riprendo quel che ho già scritto più di un anno fa, il 15 marzo del 2009: se dobbiamo metterci alla guida solo se siamo dentro a certi parametri di tasso alcolemico (e anche sull'affidabilità scientifica dei parametri in questione c'è chi mette i puntini sulle i), ci si diano degli strumenti omologati in grado di auto-testarci. Se su una strada c'è il limite di velocità a 50 chilometri orari, ho in macchina uno strumento omologato - il tachimetro - che mi permette di verificare con sufficiente affidabilità se sto viaggiando appunto entro i limiti oppure no. Mi domando se sia legittimo che io possa invece verificare se sono dentro ai limiti alcolemici solo se vengo fermato da un pattuglia e sottoposto a test. La cosa è assurda, semplicemente. E non mi si dica che nelle edicole o nelle botteghe d'enologia gli etilometri li vendono: non hanno omologazione, non sono affidabili per legge. Ecco, questo pretendo: di essere in grado di verificare da me se sono nella norma oppure no, di avere gli strumenti per autovalutarmi preventivamente, perché questo è far prevenzione. Altrimenti, è solo repressione, ed ho dei dubbi che la repressione sia così tanto costituzionale.
Eh ... questo è proprio un problemaccio, in ogni caso è sempre meglio tener l'acqua mossa (sarebbe più giusto dire vino) che lasciar che tutto entri nell'oblio. Il Vinitaly può esser la vetrina giusta per fare un'ulteriore tentativo.
RispondiEliminaPer la cronaca il dott. Vincenzo Zappalà in questi ultimi mesi le ha tentate tutte o quasi (tra l'altro lui scrive anche su L'ACQUABUONA - www.acquabuona.it)