16 aprile 2010

Il sorriso, il vinino e Vinitaly

Angelo Peretti
Ordunque, s'è parlato a Vinitaly anche del mio "Manifesto per la piacevolezza dei vini da bere", ovvero dell'Elogio del vinino. E l'occasione è stata offerta da un convegno che Santa Margherita, importante brand del settore vinicolo italiano, m'ha proposto di allestire, come s'usa dire, in sinergia reciproca.
Devo ammettere che la cosa è andata oltre ogni mia aspettativa: aver gente a un convegno a Vinitaly è in genere un'impresa titanica (e anche quest'anno la regola è stata puntualmente rispettata) , ma noi in sala avevamo il tutto esaurito. Mica male davvero.
Le riflessioni che ne sono scaturite sto ancora cercando di metabolizzarle, e dunque tornerò sull'argomento più avanti.
Per il momento, riporto qui di seguito il comunicato stampa diffuso da Santa Margherita.
Eccolo.
"Del concetto della piacevolezza del vino si è discusso nell'ambito del recente Vinitaly, in occasione della degustazione/dibattito "Bere con il sorriso, ovvero elogio della piacevolezza del vino" promosso da Santa Margherita congiuntamente ad Angelo Peretti, giornalista e blogger, che lo scorso ottobre lanciò l'"Elogio del vinino, ovvero Manifesto per la piacevolezza del vino da bere".
In apertura Santa Margherita ha presentato una ricerca realizzata ad hoc da cui risulta un forte interesse degli eno-appasionati per i vini accessibili ed eleganti, che per il loro profilo sensoriale si prestano ad un facile abbinamento con il cibo e quindi ad un consumo anche quotidiano di qualità. Allo stesso tempo la ricerca ha evidenziato che un numero piuttosto ampio di consumatori percepisce il termine "'vinino" come sminuente.
Durante la degustazione, realizzata in modo conviviale con le bottiglie sui tavoli e libertà per i partecipanti di scegliere l'ordine in cui assaggiarli - con l'accompagnamento di prosciutto crudo e di cinque diversi creakers gourmet preparati per l'occasione da ALMA - sono sorti numerosi spunti per definire e valorizzare meglio questa tipologia di vini.
Proprio per questa ricchezza di stimoli si è deciso di far proseguire il dibattito sul web, creando "#vinini" su Twitter, in modo da raccogliere tutte le idee, anche di chi non ha potuto trovare posto in sala. La prima proposta per un nuovo nome viene da Santa Margherita ed è i "Vini del sorriso".
Il web si conferma un'eccellente incubatore ed anticipatore di tendenze, considerando che il tema della bevibilità, accessibilità e semplificazione dell'approccio al vino è stato uno dei leit motiv nelle conversazioni che si sono sentite al Vinitaly 2010.
Santa Margherita si dimostra ancora una volta all'avanguardia nell'utilizzo del web 2.0 come strumento di comunicazione e di dialogo, non solo tra gli esperti ma anche tra semplici appassionati del bere di qualità".

2 commenti:

  1. Ciao Angelo seguo da qualche di tempo il tuo blog (trovato per caso sul web in cerca di fonti attendibili sul mondo del vino del quale io so poco ma al quale vorrei avvicinarmi) e devo dire che mi piacciono parecchio i temi affrontati e il tuo modo di scrivere.
    Vorrei chiederti una cosa: mi piace bere vino ma sento di non avere le capacità di giudicarne la qualità e la tipologia; in pratica vorrei bere sapendo cosa sto bevendo.
    ho visto che con la gazzetta dello sport in edicola sta uscendo una collana I LOVE VINO, una sorta di raccolta sul vino made in italy, e mi sembra fatta abbastanza bene e volevo chiederti, a riguardo e se ne ha sentito parlare, se secondo te può essere una buona fonte per la mia preparazione sul vino.
    Grazie 1000!
    Carlo

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  2. Non ho visto "I Love Vino", né credo che lo prenderò. Credo che un testo valga l'altro, per chi vuole avvicinarsi. Di solito, consiglio "Il piacere del vino" di Slow Food: ottimo testo base.
    Per il resto, consiglio di allenarsi, allenarsi, allenarsi e quindi assaggiare, assaggiare, assaggiare.
    L'allenamento è soprattutto, in prima fase, olfattivo. E dunque sforzarsi ogni giorno di incamerare un profumo, un odore: la carte del giornale, la pasta prima della cottura e dopo la cottura, un filo d'erba strappato, una manciata di paglia, la terra prima e dopo la pioggia. Abituarsi a incamerare il ricordo dei profumi è il miglior allenamento per capire il vino. Che si assaggia col naso, soprattutto.
    Per l'assaggio, occorre approfittare di tutte le occasioni utili (e ce ne sono molte). Senza disdegnare alcuna tiòologia di vino. Con umiltà. Aprendo la mente e facendo esperienza.

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