7 aprile 2010

A noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui

Angelo Peretti
Non m'interessa qui parlare di fede. Però il giorno di Pasqua nelle chiese hanno letto un passo degli Atti degli Apostoli. Quello in cui si vuol dare testimonianza dell'incontro col Cristo risorto. Recita così: "Dio la ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti". Ecco, quel che mi colpisce è proprio questo passaggio: il fatto che per affermare la veridicità della testimonianza si dica "a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui". Non ci cita altra prova che l'aver pranzato in compagnia del Risorto. Ché il mangiare e il bere assieme aveva valore d'un rito, quello della condivisione. Posso addirittura semplificare l'affermazione: convivere a tavola era un valore, punto e basta.
Oggi a tavola non si convive - quasi - più. Si mangia in fretta, spesso in affollata solitudine: un panino da soli, in un bar pieno di altri solitari come te. Una cena a turni in famiglia, prima uno, poi l'altro, e a far compagnia la tv.
Temo che nessuno - o quasi - oggi si sentirebbe di sostenere la veridicità d'un incontro semplicemente dicendo d'aver mangiato e bevuto con l'altro. Gli si chiederebbe prova documentale: una foto, un video, un testimone, almeno la ricevuta, lo scontrino. Ché oggi lo spezzare il pane con l'altro non è più un valore.
Com'è cambiato il rapporto col cibo. Com'è mutata la relazione con gli altri, quasi non più mediata dal consumare assieme un pezzo di pane e un bicchier di vino.

3 commenti:

  1. La crescita dell'uomo, e per crescita intendo sopratutto l'arricchimento interiore, non va di pari passo con il progresso consumistico.
    Non sono più tanto convinto che il progresso tecnologico ha, in qualche misura, liberato l'uomo dalla schiavitù del lavoro fisico e spesso mi sovviene che è proprio vero che per certi versi si stava meglio quando si stava peggio .... addio valori

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  2. Mi domando a volte se non stiamo lavorando per avere i soldi che ci consentano di acquistare i beni che ci permettono di lavorare: se è coì, qualcosa non quadra.

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  3. Hai ragione, anzi ben più di qualcosa non quadra.
    Mi ritorna in mente una frase che è anche una massima LAVORARE PER VIVERE ... E NON VIVERE PER LAVORARE

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